Uccise il suocero dandogli fuoco
In appello ergastolo al senegalese

La Corte d'assise d'appello di Brescia ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Bergamo nei confronti di Matar Mal, il 35enne senegalese che uccise l'ex suocero Giannino Trapletti, 58 anni, ex sindaco di Borgo di Terzo, dandogli fuoco e lo ha condannato all'ergastolo.

Si sarebbe trattato di un omicidio volontario premeditato e aggravato, oltre che dal rapporto di parentela, anche dalla crudeltà: la condanna quindi è all'ergastolo. La Corte d'assise d'appello di Brescia - presieduta dal giudice Enrico Fischetti - ieri dopo 4 ore di camera di consiglio ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Bergamo nei confronti di Matar Mal, il 35enne senegalese in carcere da marzo del 2010 per aver ucciso l'ex suocero Giannino Trapletti, 58 anni, ex sindaco di Borgo di Terzo, dandogli fuoco.

Il gup Raffaella Mascarino, accogliendo in sede di rito abbreviato le richieste avanzate del pm Carmen Pugliese, aveva condannato a maggio 2011 il senegalese a 15 anni, un mese e 20 giorni di reclusione per i reati di omicidio volontario di Trapletti, lesioni volontarie ai danni della ex moglie Tatiana e lesioni colpose verso la suocera Claudiana Corbetta, due cognate (Rossella e Ivana) e i due figlioletti dell'ex coppia, rimaste ustionate.

L'esclusione delle aggravanti aveva convinto non i difensori delle persone offese e il sostituto procuratore generale Domenico Chiaro ad impugnare la sentenza di primo grado. Ieri mattina tutti hanno sostenuto la sussistenza delle aggravanti e nella sua requisitoria il sostituto procuratore generale ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione. La Corte d'assise d'appello ha accolto la tesi dell'accusa e delle parti civili, e ieri sera ha emesso il verdetto: i giudici hanno riconosciuto entrambe le aggravanti chieste, e hanno anche ritenuto che le lesioni ai danni dell'ex suocera, delle cognate e dei bambini siano state volontarie, e non colpose.

La causa della tragedia, risalente al 28 marzo del 2010, è stata ricondotta ai rapporti logorati tra Matar Mal e la moglie Tatiana, che già all'epoca vivevano separati: lei infatti era tornata nella casa dei genitori, adiacente a quella coniugale. Quel giorno, nel giardino dei suoceri, dopo diversi giorni di minacce , era arrivato il trentacinquenne con una tanica di liquido infiammabile: con quella aveva aggredito Giannino Trapletti, cospargendolo col liquido e dandogli fuoco. Nel parapiglia che era seguito erano rimaste ustionate anche la stessa Tatiana coi due figli, sua sorella Ivana, la madre Claudiana Corbetta. Subito erano scattati i soccorsi e Trapletti era stato ricoverato in gravissime condizioni, mentre Matar Mal era stato rintracciato e portato in carcere: dodici giorni dopo l'ex suocero era morto.

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