Troppi volumi, la Mai scoppia
«I magazzini sono ormai saturi»

Un punto di riferimento per studiosi di tutto il mondo, con i suoi 700 mila volumi, gli archivi, i fondi, le raccolte a stampa: la biblioteca Mai guarda avanti. Ma dopo l'emergenza delle crepe nella sala di lettura, ora deve fare i conti con la mancanza di spazi.

Un gioiello per la città, un punto di riferimento per studiosi di tutto il mondo, con i suoi 700 mila volumi, gli archivi, i fondi, le raccolte a stampa: la biblioteca Mai guarda avanti, nonostante tutto. Anche se dopo l'emergenza delle crepe nella sala di lettura deve fare i conti con la mancanza di spazi.

I cedimenti nel soffitto della sala Furietti non hanno fermato l'attività quotidiana: «Tutto funziona in modo regolare – sottolinea la direttrice Elisabetta Manca – non ci sono state interruzioni dei servizi, grazie a tutti coloro che lavorano in biblioteca e che in questi giorni hanno dato il massimo».

È stata attrezzata per la consultazione la Sala Tassiana: «Da questa settimana – prosegue Manca – sarà disponibile anche un nuovo spazio al piano terra nel quale abbiamo ricavato dieci postazioni di studio; mancano solo i collegamenti elettrici e informatici». Certo, qualche sacrificio nel frattempo bisognerà farlo, anche perché gli spazi sono quelli che sono, e la biblioteca ha un patrimonio vasto e preziosissimo, che cresce di anno in anno: «Il palazzo e l'attigua chiesa di S. Michele sono arrivati quasi alla saturazione – osserva Manca –, nonostante siano stati realizzati magazzini moderni all'inizio degli anni '90 e da qualche anno sia in uso anche un altro magazzino esterno in condivisione con altre biblioteche, dove abbiamo collocato una parte dell'archivio storico e alcune raccolte di giornali regionali acquistati negli anni '50-'60 e 70 insieme con altre pubblicazioni che non vengono mai consultate o che sono cadute in disuso, come alcune enciclopedie o i grandi cataloghi delle biblioteche, ormai digitalizzati».

I cinquemila volumi del salone di lettura sono temporaneamente fuori consultazione: «Ma li stiamo trasferendo in altre zone della biblioteca in modo da renderli di nuovo accessibili in tempi brevi. Recupereremo spazio, per esempio, per i volumi su Bergamo trasferendoli al piano terra e sacrificando la saletta delle novità. Ci vorrà qualche settimana, ma stiamo cercando di risolvere i problemi nel modo migliore. La nostra priorità è mettere in sicurezza opere d'arte e volumi più preziosi e rendere disponibili al più presto quelli più consultati. Poi vedremo, stiamo aspettando un'analisi precisa della situazione e un progetto per capire quali provvedimenti richiederà il cantiere per il restauro».

L'estate è tempo di studio: «È forte – racconta la direttrice della biblioteca – la presenza degli studenti, sia liceali sia universitari, ma soprattutto quella dei ricercatori che vengono da altre città e dei docenti che usano le vacanze per approfondimenti personali». Vengono da tutto il mondo, ed è fitta anche la rete dei collegamenti virtuali: «Nascono molte attività di collaborazione a distanza. La rete d'istituto è ricca, sono consistenti i materiali presenti sul nostro sito e gli studiosi partono da lì, poi costruiscono rapporti che spesso si concretizzano in vere e proprie visite».

In questi ultimi mesi, per esempio, la Mai è stata coinvolta nella preparazione della mostra delle opere dell'Accademia Carrara a Canberra: «Abbiamo scambiato una fitta corrispondenza con il direttore della National Gallery of Australia che aveva bisogno di informazioni sulla città e sulla raccolta d'arte della pinacoteca». L'arte è di certo un settore di punta della biblioteca, non solo per la presenza di notizie sulle opere custodite alla Carrara, «ma anche per l'epistolario di Guglielmo Lochis e i numerosi materiali dello storico dell'arte Giovanni Morelli».

I fondi musicali sono un potente richiamo per i «clienti» internazionali della biblioteca: «C'è un legame forte con Ingolstadt per Simone Mayr – continua Manca – ma non solo». La biblioteca custodisce fondi del '700 e dell'800, edizioni rare e preziose, raccolte di periodici fondamentali per il lavoro degli storici. «Sono tutti testi difficili da trovare – sottolinea la direttrice – o comunque non facili da individuare».

La biblioteca Mai negli anni ha prodotto numerosi cataloghi a stampa nei quali si dà conto dei libri del '400 e del '500 in suo possesso. È vasto il patrimonio di informazioni diffuse attraverso il sito internet: «L'idea di potenziare questo mezzo – osserva Elisabetta Manca – è venuta ai passati direttori in tempi in cui ancora non se ne conoscevano pienamente le potenzialità, e si è rivelata vincente».

Sa. Pe.

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