Mille esuberi e 82 uffici in meno
Poste in Lombardia in fermento

Al via iniziative di lotta in tutta la regione contro la riorganizzazione di Poste Lombardia, che prevede la chiusura definitiva di 82 uffici postali, l'apertura a singhiozzo di altri 600 e 1.000 esuberi nel recapito breve da qui a fine anno.

Al via iniziative di lotta in tutta la regione contro la riorganizzazione di Poste Lombardia, che prevede la chiusura definitiva di 82 uffici postali, l'apertura a singhiozzo di altri 600 e 1.000 esuberi nel recapito breve da qui a fine anno.

Lo annuncia il sindacato delle Poste Cisl della Lombardia, denunciando che quotidianamente decine di uffici postali vengono chiusi, senza nessun preavviso alla cittadinanza, per mancanza di personale o semplicemente per far frequentare corsi di formazione al poco personale presente.

“Ormai l'obiettivo fisso dell'amministratore delegato di Poste è tagliare i costi senza preoccuparsi delle conseguenze sui lavoratori e dell'impatto sui servizi di cui sarà privata la collettività”, afferma Giuseppe Marinaccio, segretario generale Flp Cisl Lombardia.

“Oltre agli uffici postali da chiudere e/o razionalizzare – aggiunge - sta per cominciare la riorganizzazione dei servizi postali e del recapito, che senza un accordo sindacale produrrà ulteriori tagli di posti di lavoro a breve: circa 1.000 entro l'anno”.

Secondo i Postali della Cisl, la più grande azienda della Lombardia (oltre 21mila dipendenti) sembra stia abbandonando il presidio del territorio e la qualità del servizio pur in presenza di importanti utili di bilancio da 9 anni (846 milioni di euro nel 2011).

“E' assurdo che nella difficile fase economica, congiunturale ed occupazionale, un'azienda con forti utili di bilancio e che eroga importanti servizi di pubblica utilità – conclude Marinaccio – riduca gli organici nel recapito e nella logistica e poi chiuda uffici postali e servizi per carenza di personale”.

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