Una maxi riserva d'acqua
scovata nell'Abisso di Fonteno

«C'è sotto talmente tanta acqua da dissetare chissà quante persone». Le parole che arrivano dagli speleologi e dagli speleosub rimasti per una settimana nell'Abisso Bueno Fonteno, rivelano comunque una realtà interessantissima.

«C'è sotto talmente tanta acqua da dissetare chissà quante persone». L'affermazione è un po' generica, ma le parole che arrivano dagli speleologi e dagli speleosub rimasti per una settimana nell'Abisso Bueno Fonteno, rivelano comunque una realtà interessantissima: nel sistema carsico che si estende fra il Sebino e la Val Cavallina c'è un'enorme riserva idrica che, se si trovasse il modo giusto per sfruttarla, la siccità sarebbe per sempre scongiurata in una bella fetta della Bergamasca.

E visto che la spedizione, lunedì scorso, è partita proprio quando la Val Cavallina e l'Alto Sebino sono rimasti con i rubinetti asciutti per il guasto all'Acquedotto dei laghi, sarà meglio iniziare a prendere in grande considerazione anche questo aspetto dell'esplorazione dell'Abisso. «In effetti è così - racconta Luca Pedrali, lo speleosub bresciano che anche questa volta si è immerso nel sifone Smeraldo senza riuscire a trovarne la via d'uscita perché più va avanti e più sembra che ci siano aree da esplorare -: là sotto ci sono enormi spazi pieni di acqua pulita. Immergendomi, mi è capitato di berne e non ho avuto nessun problema».

Il sifone Smeraldo, che si trova a 502 metri sotto l'ingresso dell'Abisso, è un'enorme gallerie di dieci metri per dieci piena d'acqua: Pedrali, accompagnato dalla moglie Nadia Bocchi, è riuscito a pinneggiare per oltre 500 metri trovando «un bacino acquifero di dimensioni impressionanti».

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