La magia dei Riva illumina il lago
Il coro delle sirene: grazie Carlo

Walter Arcangeli sta di vedetta ai bordi della mostra al lido Nettuno. C'è tanta gente che guarda i motoscafi, gente un po' da ovunque, da vicino e da molto lontano, dall'Australia, dagli Usa, da tutta Europa. Il vecchio operaio osserva le barche gonfiando il petto.

Walter Arcangeli sta di vedetta ai bordi della mostra al lido Nettuno. C'è tanta gente che guarda i motoscafi, gente un po' da ovunque, da vicino e da molto lontano, dall'Australia, dagli Usa, da tutta Europa. Il vecchio operaio osserva le barche gonfiando il petto.

Quelle meraviglie sono, anche, un po' opera sua. «È stato un onore lavorare ai Cantieri Riva» butta lì con gli occhi lucidi. Per i 90 anni dell'ingegnere, a febbraio ha scovato un vecchio scalpello consumato e gliel'ha regalato. Carlo Riva lo custodisce come uno dei ricordi più cari.

Forse solo lui e i suoi maestri sanno il lavoro certosino che è servito per creare quelle 4.100 barche, entrate nella storia della nautica mondiale con uno charme che sembrano fatti di grazia, non di fatica e ingegno e calcolo e passione.

Tutti in fila sui pontili galleggianti in attesa di cavalcare il lago. Però domenica 2 settembre, che spettacolo, il lago ribolliva delle onde dietro le poppe degli Ariston e dei Tritoni, dei Sebino e degli impareggiabili Aquarama. Belli, sì, linee più attuali, silouette più accattivanti i nuovi Riva. Ma, ragazzi... è un'altra cosa.

La parata dei 150 motoscafi dell'ingegnere per partire ha aspettato lui, che se l'è presa comoda. Non per darsi importanza. Ai suoi Cantieri è sempre arrivato tardi, a 90 anni fa gli stessi orari, tardi la mattina, tardi la sera e non si cambia. Carlo Riva, a fianco il fedelissimo Natale Marini, è salito sul suo Lipicar IV e si è messo al timone.

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