Il futuro dello stadio, due ipotesi:
Grassobbio o la ristrutturazione

«Guardi, noi non ce ne stiamo con le mani in mano». Sono da poco passate le 13 quando Antonio Percassi esce da Palafrizzoni. «Cosa ho detto al sindaco? Che non ho più intenzione di avere nulla a che fare con Cividini: per me la vicenda è chiusa».

«Guardi, noi non ce ne stiamo con le mani in mano». Sono da poco passate le 13 quando Antonio Percassi esce da Palafrizzoni. «Cosa ho detto al sindaco? Che non ho più intenzione di avere nulla a che fare con Cividini: per me la vicenda Grumello del Piano è chiusa de-fi-ni-ti-va-men-te».

Ma il problema dello stadio rimane lì sul tavolo, vecchio o nuovo che sia. E Percassi non lo nega. Al punto di lavorare su più ipotesi: «Un nuovo impianto nell'hinterland o la sistemazione del vecchio».

Partiamo dalla costruzione di un nuovo stadio: «Grassobbio è una possibilità» ammette Percassi. Che avrebbe però ricevuto anche la disponibilità di un privato per un terreno in quel di Dalmine: ipotesi non ancora approfondita. Perché in realtà, se stadio nuovo sarà, Grassobbio resta quella preferita. Il sindaco Ermenegildo Epis non ha alzato le barricate a prescindere, evidenziando però l'intenzione di sottoporre la questione ad una consultazione popolare. Per il comune dell'hinterland c'è già il progetto pronto, quello preparato nel 2007 dallo studio De8: una cava lungo la Cremasca da riempire con uno stadio da 25-30 mila posti, 300 mila metri quadri, 127 mila a verde pubblico e spazi commerciali.

Ma a prendere molto quota è l'ipotesi del restyling dell'«Atleti Azzurri d'Italia», e Percassi non lo nega: «I risultati della Ztl sono davvero sorprendenti: siamo stati i primi in Italia a fare una scelta del genere e non possiamo non tenere conto del successo riscontrato». E il patron dell'Atalanta l'ha detto anche a Franco Tentorio, che si è detto d'accordo.

Si tratterebbe di mettere mano alle curve e sistemare le due tribune, vincolate per il loro valore storico. Ma resta il dubbio dei vincoli imposti dalla normativa sul prefiltraggio, impossibile da applicare sui lati delle tribune. Percassi non demorde, anche perché per una signora sistemazione in viale Giulio Cesare potrebbero bastare una ventina di milioni: un'altra musica rispetto ai 250 del Parco dello Sport.

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