Colere e le piste: il paese si ribella
«Senza impianti, senza futuro»

«Colere senza impianti. Una Valle senza futuro». Il messaggio è breve e chiaro. È stato scritto su uno striscione e appeso, mentre si aspettano le autorità, dietro al palco allestito nella piazza del paese. Un paese che si ribella all'idea.

«Colere senza impianti. Una Valle senza futuro». Il messaggio è breve e chiaro. È stato scritto su uno striscione e appeso, mentre si aspettano le autorità, dietro al palco allestito nella piazza del paese. Un paese che si ribella all'idea.

Ma forse, più di tanti discorsi, sarà quello striscione a parlare per tutti: è il grido della gente, quella che con gli impianti ci vive e che, senza, non riesce proprio a immaginare il futuro di Colere.

La gente arriva alla spicciolata. Alle 10,30, ora in cui è previsto l'inizio della manifestazione, la piazza è piena. Ci sono quasi tutti. Sul palco l'avvocato Benedetto Maria Bonomo prende la parola. È il portavoce di «Colere nel Cuore», un comitato di cittadini che si è costituito per affrontare questa crisi.

Frequenta Colere da anni e non ha saputo dire no alla richiesta d'aiuto di qualche colerese che l'ha chiamato, chiedendogli di aiutare a salvare il salvabile. «Essere qui – dice – è una questione di rispetto per i nostri nonni, che hanno venduto per pochissimo, o addirittura sono stati espropriati dei loro terreni per costruire gli impianti. Lottare per questi impianti è rispettare quanto i nostri vecchi hanno fatto e di tutto il lavoro che c'è sempre stato. Dobbiamo lottare per non perderli: ricordiamoci che la perdita di un posto di lavoro qui corrisponde alla perdita di almeno quattro posti di lavoro a Bergamo. Dobbiamo tutelare tutti».

All'inizio della prossima settimana ci sarà un incontro decisivo per la sorte degli impianti. Nel frattempo il sindaco di Colere fa due appelli: il primo per le banche, il secondo per i soci, con quote di minoranza della società di gestione.

Leggi tutto su L'Eco di Bergamo del 7 ottobre


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