Nulla di fatto con i creditori
ma il dialogo resta aperto

Nuovo incontro lunedì mattina tra i Riuniti e gli imprenditori che hanno lavorato per costruire il nuovo ospedale ma non sono stati pagati dalla Dec di Bari – la società titolare dell'appalto e ora in difficoltà economiche – o da altre consortili.

Nuovo incontro lunedì mattina tra i Riuniti e gli imprenditori che hanno lavorato per costruire il nuovo ospedale ma non sono stati pagati dalla Dec di Bari – la società titolare dell'appalto e ora in difficoltà economiche – o da altre consortili.

Mentre il giudice del Tribunale di Bari in udienza si riservava sulla richiesta di concordato preventivo avanzata dalla Dec per evitare il fallimento (il magistrato dovrebbe sciogliere la riserva nei prossimi giorni), a Bergamo in largo Barozzi si è tenuto un faccia a faccia tra il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Carlo Nicora, il direttore amministrativo Peter Assembergs e i rappresentanti dell'associazione Liberi imprenditori associati (Lia) guidati dal presidente Marco Amigoni, che assistono il Comitato creditori del nuovo ospedale.

Lo stesso Amigoni con altri rappresentanti degli imprenditori lunedì pomeriggio ha incontrato al Pirellone il vice presidente del Consiglio regionale, Carlo Saffioti, con il quale è stato fatto il punto della situazione.
La Regione, infatti, sta seguendo da vicino la situazione ed era stato proprio Saffioti, ai primi di settembre, a dare sostegno politico alla proposta di cessione del credito, definendola «una strada interessante, ma è necessario che l'intero percorso abbia il sostegno dei legali: va dato il dovuto a chi spetta, e soprattutto ogni procedura deve avere una validazione giuridica».

Sul tavolo resta la questione della «cessione del credito». Gli imprenditori chiedono in pratica all'Azienda ospedaliera di «acquistare» i crediti che le loro aziende vantano dalla Dec e da Bergamos, anticipandoli, per poi rivalersi nei confronti di queste ultime. Si tratta di circa 7 milioni di euro suddivisi su 25 aziende. Per la Lia, Liberi imprenditori associati, avere una risposta definitiva è questione di poco tempo; una decina di giorni al massimo. Nessuna dura presa di posizione quindi, come paventato negli ultimi giorni; il dialogo con l'azienda ospedaliera resta aperto.

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