Lavoro, meno infortuni e morti
Crescono le malattie professionali

Diminuzione degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche, ma al contempo aumento delle malattie professionali. È questa la tendenza che si sta verificando in provincia di Bergamo negli ultimi dieci anni. A rivelarlo sono icdati dell'Asl.

Diminuzione degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche, ma al contempo aumento delle malattie professionali. È questa la tendenza che si sta verificando in provincia di Bergamo negli ultimi dieci anni. A rivelarlo è il «Rapporto sui risultati delle attività di prevenzione, controllo e di promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro» stilato dal dipartimento di prevenzione medico dell'Asl, e di cui si è parlato martedì sera a Bergamo Tv nel corso della trasmissione «Berganmo in diretta».

Secondo questo documento la Bergamasca, con un valore che oscilla tra i 25 e 49,9 decessi per 1.000.000 di residenti, risulta essere tra i territori italiani con la più alta mortalità per malattie professionali. Il rapporto dell'Azienda sanitaria locale orobica delinea (grazie anche ai 8.875 controlli effettuati nel 2011) una mappatura degli infortuni e delle patologie registrate negli ultimi dieci anni.

Emerge che tra il 2001 e il 2011 sono state denunciate 8.111 malattie professionali e i disturbi dell'udito rappresentano il 58%. Ma a partire dal 2009 si assiste a un cambiamento di rotta. Le ipoacusie decrescono, a fronte però di un incremento di altri problemi: in particolare quelli muscolo-scheletrici e da sovraccarico biomeccanico (24%), i tumori (5%) e le allergopatie (6%). Resta, poi, il dato allarmante legato all'esposizione all'amianto con 354 casi pari al 5% (15 episodi di asbestosi, 193 di mesotelioma pleurico e 11 di mesotelioma peritoneale, 135 di placche pleuriche e pleuropatie benigne).

Tutto ciò fa sì che la Bergamasca sia tra province italiane con la più alta mortalità per patologie professionali con valori compresi tra 25 e 49,9 morti per 1.000.000 di residenti. I settori maggiormente colpiti sono quello edile e il manifatturiero. L'incremento annuo delle segnalazioni di malattia professionale si riscontra in particolare dal 2007 ed «è evidente – si legge nel rapporto – che ciò è correlabile sia alle specifiche attività di vigilanza e controllo effettuate dal Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (ricerca attiva malattie professionali) che alle attività di promozione attivate a livello territoriale in collaborazione con la Medicina del lavoro, con l'associazione provinciale dei medici competenti e con i Servizi di sorveglianza sanitaria operanti presso gli Organismi paritetici territoriali dell'edilizia».

Per quanto riguarda, invece, gli infortuni e le morti bianche si sta assistendo a un decremento: lento nel periodo 2000-2010, più accelerato nel biennio 2008-2010. Questo trend positivo è legato alle «attività di controllo e di promozione del Dipartimento di prevenzione medico, ma anche dall'impegno di una vasta rete di soggetti che operano, a vario titolo, per la prevenzione e sicurezza nel mondo del lavoro». Dal documento dall'Asl si nota anche che un calo del numero assoluto dei casi gravi, ma resta stabile la percentuale annua degli episodi definiti dall'Inail gravi con postumi permanenti o mortali oppure con inabilità temporanea superiore a 40 giorni.

Elisa Riva

I dati Inail

Scarica il pdf allegato con i dati dell'Asl

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