Errori linguistici e blocchi tecnici
L'app del Comune è un flop

Svarioni linguistici, intoppi tecnologici, sparizione dei contenuti, alert per segnalare i punti d'interesse che si ripetono e si sommano senza logica. Funziona così, purtroppo, la nuova app per smartphone e tablet che Palafrizzoni ha recentemente messo online.

«Where the locals take their traditional passeggiata». Fa purtroppo il paio con un «the famous condottiero» - «il famoso condottiero» - riferito a Bartolomeo Colleoni. Frasi contenute nella nuova app per smartphone e tablet che Palafrizzoni ha recentemente messo on line dal nome «Bergamo in tasca». Un'applicazione (realizzata da Gioca srl) che, sulla carta, dovrebbe accompagnare i turisti 2.0 alla scoperta della città, ma che nella pratica rischia invece di disorientarli.

Svarioni linguistici a parte, non si tratterebbe infatti dell'unico intoppo di cui il dispositivo soffre. Anzi la lista è di quelle lunghe e a redigerla ci ha pensato Paola Tognon, consigliere del Pd, che sul tema ha presentato anche un ordine del giorno in Consiglio lo scorso 10 settembre, quando dell'annunciata app si stava ancora attendendo il rilascio. «Il documento – spiega – nasce dal fatto che Bergamo in tasca era stata presentata lo scorso giugno, promessa per il luglio seguente e poi andata dispersa. È stata rintracciata solo a fine settembre e fa piacere che i solleciti della minoranza possano servire a migliorare certe inefficienze, ma l'invito ora è di scaricare questa applicazione che sta rappresentando la nostra città nel mondo - sempre che si disponga di un tablet con sistema Ios, perché per android invece non è ancora disponibile – e di verificarne la funzionalità».

I problemi? «Se siete dotati di Ipad – segnala ancora Tognon - è visualizzabile solo la homepage e poco altro. In seguito all'accesso in una qualsiasi altra sezione i contenuti non sono sempre presenti. Se, invece, scaricate su Iphone i risultati sono ancora meno entusiasmanti: numerosi crash; blocco su schermate nere che dovrebbero dare accesso alle fotografie, sparizione dei contenuti, alert per segnalare i punti d'interesse che si ripetono e si sommano senza logica anche quando l'utente non si sposta; nessuna distinzione degli stessi punti di interesse sulla mappa visto che con lo stesso pallino rosso sono indicate tutte le tipologie creando una sorta di grande macchia rossa illeggibile, senza contare la mancanza di icone, le immagini che accompagnano i testi grandi come francobolli e le traduzioni che, strafalcioni a parte, a volte mancano del tutto». Insomma non proprio l'app ideale per una potenziale capitale europea della cultura.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 10 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA