Mariolina Moioli non è indagata
Gli inquirenti: potente personaggio

Per la Procura di Milano Mariolina Moioli è «il potente personaggio politico» che, da assessore al settore Minori e Famiglia, avrebbe promosso delibere che hanno dato «enormi poteri di finanziamento» a Patrizio Mercadante.

Tra gli anni '70 e gli anni '80 è stata assessore del Comune di Cividate al Piano, dove è nata. Fino al '90 assessore provinciale a Bergamo e poi anche deputato, oltre a numerosi altri incarichi pubblici. Per la Procura di Milano, però, Mariolina Moioli è soprattutto «il potente personaggio politico» che da assessore al settore Minori e Famiglia sotto la Giunta milanese guidata da Letizia Moratti, avrebbe promosso delibere che hanno dato «enormi poteri di finanziamento» a Patrizio Mercadante, personaggio principale dell'inchiesta con al centro appalti truccati sulle «case vacanza» dei bambini e stanziamenti sospetti per milioni di euro. Moioli non è indagata, ma la sua posizione sarebbe al vaglio dei magistrati che la inseriscono all'interno di quel meccanismo di «scambio di favori», definito «cerchia», e che più volte la citano nella richiesta di custodia cautelare a carico degli arrestati.

Secondo i pm, il protagonista dell'inchiesta è certamente Mercadante, che è stato preside di scuole superiori a Bergamo, sindacalista Uil, ma anche collaboratore della Moratti quando era ministro dell'Istruzione. E che ancora fino allo scorso aprile, quando già sapeva di essere indagato, avrebbe continuato a chiedere mazzette in cambio di finanziamenti. Per l'accusa però Mercadante, dirigente nell'assessorato Famiglia, era anche «il solerte esecutore del progetto politico» della Moioli e si diede da fare moltissimo per la sua campagna elettorale nel 2011, che la portò in Consiglio comunale a Milano all'opposizione. È un legame talmente stretto quello tra i due, chiariscono i pm, che in assessorato «cominciano a circolare voci su un rapporto di parentela». Poi ci sono i «co-protagonisti» della vicenda, cioè una serie di soggetti legati «per comunanza politica e per pregressi rapporti personali» alla Moioli: Giulia Pezzoli, ora agli arresti domiciliari e che venne assunta come addetta alla segreteria dell'assessorato, e Antonio Picheca, segretario dell'Istituto dei Ciechi e ora in carcere. Anche loro attivissimi nella campagna elettorale. In particolare, il ruolo della giovane e di Mercadante per i pm «supera di molto il semplice sostegno», perché «gestiscono di fatto le imponenti spese della campagna». In alcune mail agli atti dell'inchiesta i due parlano, ad esempio, degli oltre 5 mila euro che servono «per far girare camioncini con manifesti "a vela" riportanti l'effigie della candidata Moioli». I pm poi tirano in ballo l'ex assessore anche per il capitolo delle gare d'appalto. «Su tutta l'attività delle commissioni ? scrivono ? aleggia la precisa volontà dell'assessore Moioli, il cui intervento, descritto dai funzionari, pare ben travalicare il semplice indirizzo politico proprio della sua funzione». Una persona che ha lavorato in assessorato, sentita come teste dai pm, ha spiegato che «Moioli dal giorno in cui ha messo piede in largo Treves ha fatto dall'assessore all'usciere. Il suo modo di concepire il ruolo era l'invasività ad ogni livello».

In sostanza, conclude il teste, avrebbe dato «ordini». In una telefonata intercettata lo scorso marzo, quando già erano uscite le prime notizie sull'inchiesta, Mercadante si sfogava con un suo amico perché si sentiva abbandonato dalla Moioli: «Sta incazzata perché il problema è suo, oltre che mio, perché quello che ho fatto io tutti i progetti (...) sono tutti a persone sue».

© RIPRODUZIONE RISERVATA