All'Esperia la classe dei record
Dopo 60 anni si ritrovano ancora

Ci fosse una voce nell'ultimo volume del Guinness dei primati, le luci della ribalta spetterebbero alla 5ª dell'Esperia del '52. Non ci risulta, però, che sia stata istituita una speciale sezione per la classe che ha organizzato più incontri dopo il diploma.

Ci fosse una speciale voce nell'ultimo volume del Guinness dei primati, le luci della ribalta spetterebbero di certo alla quinta dell'Esperia del '52. Al momento non ci risulta, però, che sia stata istituita una speciale sezione per la classe che ha organizzato più incontri dopo il diploma e, dunque, pure cento appuntamenti in sessant'anni rischierebbero di finire nel dimenticatoio.

Perché non c'è nessuna notizia più importante di una non-notizia, se questa tratta della normalità più assoluta, ovvero di qualcosa che è stato fatto non più tardi di tre settimane fa, ma che, in effetti, non rappresenta niente di diverso rispetto alle abitudini più consolidate. E così, ecco che un gruppo di spensierati ragazzini con un futuro ancora da scrivere si è trasformato, più di mezzo secolo dopo, in un'allegra combriccola di ottantenni sempre pronti a incontrarsi in una gita o davanti a un piatto di casoncelli.

Non è passato mai più di un anno senza ritrovi, da quando, all'inizio degli anni Sessanta, andò in scena il primo rendez-vous tra freschi trentenni: la regola parla di due incontri annuali, le eccezioni anche di qualcuno in più. Insieme di nuovo, tutta la classe, anzi due, perché il gruppone dei quarantasei si era diviso negli anni tra meccanici ed elettricisti: quelli che sono sopravvissuti alla tenaglia del tempo, sono sempre in prima fila, affiancati regolarmente dalle proprie consorti.

E le altre classi di quell'Esperia? Con tessili e chimici c'erano meno legami stretti, eppure c'è sempre una signora pure in loro rappresentanza, con il secondo ruolo di moglie di uno degli elettricisti. «Non possiamo stare senza vederci – sorride Gino Carrara, uno degli stakanovisti dei meeting, ottantaquattro anni portati con la freschezza di un ragazzino –. Le nostre due classi erano molto legate e, nonostante una ventina di noi ci abbia ormai lasciato, all'ultimo incontro eravamo comunque più di venti».

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