«La Regione favoriva gli interessi
La CdO coinvolta nel caso Nicoli»

Gli amministratori della Regione Lombardia avrebbero favorito «con atti contrari ai doveri d'ufficio» gli interessi dell'imprenditore Pierluca Locatelli e nella vicenda c'è anche «un diretto coinvolgimento» dei vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo.

Gli amministratori della Regione Lombardia avrebbero favorito «con atti contrari ai doveri d'ufficio» gli interessi dell'imprenditore Pierluca Locatelli e nella vicenda c'è anche «un diretto coinvolgimento» dei vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo. Lo scrive la procura nel decreto di perquisizione sul caso Nicoli Cristiani.

Il presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, Rossano Breno, e l'allora vicepresidente, Luigi Brambilla, avrebbero agito come "mediatori presso i pubblici ufficiali della Regione Lombardia" nell'ambito dei presunti accordi corruttivi stretti con l'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, che avrebbe ottenuto una "autorizzazione regionale per l'apertura di una discarica di amianto" nel Cremonese. Lo scrive la Procura nel decreto di perquisizione.

Nel decreto di perquisizione, firmato dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio ed eseguito dal nucleo di polizia tributaria della Gdf milanese, si parla di un "diretto coinvolgimento" di Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, e di Luigi Brambilla, all'epoca vicepresidente, affinchè "gli amministratori della Regione Lombardia" con cui erano "in contatto" favorissero gli "interessi" di Locatelli e "l'ottenimento dell'Autorizzazione regionale per l'apertura" di una discarica di amianto nel Cremonese.

I due responsabili della Cdo di Bergamo sono indagati per corruzione per aver preteso e ottenuto una mazzetta da Locatelli. Fatti commessi, secondo gli inquirenti, "in Milano e Bergamo in data prossima al settembre 2011" e al centro dell' inchiesta c'è anche la delibera della Giunta Regionale numero 1594 del 20 aprile 2011 con cui sarebbe stata concessa l'autorizzazione per la discarica. Secondo l'accusa, Breno e Brambilla avrebbero "utilizzato" gli uffici delle loro società "Mediberg srl e Custodia srl" per stringere "accordi criminosi" con Locatelli e per "emettere documentazione contabile e contrattuale" che sarebbe poi servita a giustificare il presunto versamento delle mazzette da parte dell'imprenditore anche attraverso "denaro contante".

Nell'ambito di questi presunti accordi corruttivi Breno e Brambilla avrebbero agito "quali mediatori presso i pubblici ufficiali della Regione Lombardia". Nell'inchiesta è indagato, tra gli altri, anche l'ex assessore lombardo Franco Nicoli Cristiani, finito in carcere nei mesi scorsi per aver preso una mazzetta da 100 mila euro da Locatelli per la vicenda della discarica. Locatelli poi, secondo l'accusa, sempre per ottenere l'autorizzazione regionale, avrebbe pagato centinaia di migliaia di euro ai vertici della Cdo di Bergamo, ai presunti "mediatori", e avrebbe effettuato lavori gratuiti per la scuola e fondazione Imiberg di Bergamo.

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