Via Autostrada, tutto da rifare
Ostacoli al trasloco dei volumi

Stallo pieno. Di nuovo. E questa volta i privati non c'entrano, anzi, loro sulla vicenda del muro di via Autostrada e delle relative volumetrie da ridurre da un lato e aumentare dall'altro, quello che potevano fare lo hanno fatto.

Stallo pieno. Di nuovo. E questa volta i privati non c'entrano, anzi, loro sulla vicenda del muro di via Autostrada e delle relative volumetrie da ridurre da un lato e aumentare dall'altro, quello che potevano fare lo hanno fatto con l'accordo dello scorso giugno in base al quale i 2.700 metri cubi tolti all'albergo ancora da realizzare a due passi dal casello dell'A4 avrebbero dovuto essere trasferiti nell'ambito di trasformazione 14, il cosiddetto Polo ricettivo del nuovo ospedale. In soldoni: da sei a cinque piani l'hotel della Bruman's in via Autostrada (con un leggero spostamento dell'edificio), da cinque a sei quello della Life Source alla Trucca. Il condizionale è però ancora una volta d'obbligo. Dopo l'intesa, infatti, la formalizzazione delle varianti urbanistiche corrispondenti agli impegni unilaterali presi dalle due società ha incontrato seri ostacoli, al punto da rimettere tutto in discussione: «Purtroppo – allarga le braccia l'assessore all'Urbanistica Andrea Pezzotta – siamo a un'empasse. Ci sono nuove complicazioni sul piano procedurale: accogliere infatti le due proposte è molto complicato e andrebbe incontro a ulteriori lungaggini. Sono emerse due o tre soluzioni alternative che stiamo valutando».

In sostanza a mettere in crisi Palafrizzoni sarebbe la difficoltà a recepire un accordo di tipo privatistico nell'ambito di un iter urbanistico comunale. Tutto da rifare? La sensazione è un po' questa, anche se per il momento nessuno preferisce andare oltre. Tra una cosa e l'altra, è ormai un anno che si parla del muro di via Autostrada. Prima le polemiche per lo skyline di Città Alta oscurato dalla nuova costruzione, quindi il sequestro del cantiere adiacente, quello dello stesso albergo, per un presunto abuso edilizio, quindi il tiraemolla sulle modifiche e, infine, proprio mentre la trattativa tra i privati andava a buon fine, nuove magagne sul piano giudiziario per un altro presunto reato, questa volta di corruzione legato alla convenzione sottoscritta a suo tempo con il Comune.
L'unico risultato concreto di questi mesi sembrerebbe essere quello riguardante il famoso taglio a fetta di salame. Oltre al trasferimento dei 2.700 metri cubi per l'edificio ancora da realizzare, gli accordi prevedevano infatti una riduzione di 120 metri cubi per quello già costruito e da adibire a centro direzionale.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 17 ottobre

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