Bullo lo insegue, scappa da scuola
Un dodicenne investito: è grave

Immaginatevi la scena: un bambino di 12 anni che corre terrorizzato fuori da scuola, inseguito da un coetaneo che lo minaccia di morte. Lui che attraversa la strada per sfuggirgli, attraversa sulle strisce e si accorge all'ultimo momento che sta arrivando un'auto.

Immaginatevi la scena: un bambino di 12 anni che corre terrorizzato fuori da scuola, inseguito da un coetaneo che lo minaccia di morte. Lui che attraversa la strada per sfuggirgli, attraversa sulle strisce e si accorge all'ultimo momento che sta arrivando un'auto.

Salta per evitarla, sbatte sul cofano e finisce sul parabrezza, mandandolo in mille pezzi. È ferito alla testa, perde sangue, sviene. Accorrono i genitori degli altri ragazzini, lui si riprende e schizza in piedi come una molla, ricomincia a correre nel panico più assoluto: «Devo scappare o mi prenderà».

Finalmente una mamma riesce ad afferrarlo, lo calma e lo fa sdraiare, mentre gli altri chiamano il 118. Non è un film dell'orrore ma è successo mercoledì pomeriggio alle medie Camozzi di Dalmine, alle 16, all'uscita da scuola, sotto gli occhi di tanti studenti e genitori.

L'ennesimo, gravissimo episodio di bullismo che per poco non è costato la vita a un ragazzino di seconda media, ora ricoverato in gravi condizioni agli Ospedali Riuniti con una frattura cranica. «Mio figlio è stato preso di mira da un gruppetto di tre studenti fin dall'anno scorso – racconta la mamma – due di loro sono stati bocciati e quest'anno sono nella sua stessa classe».

«Gli hanno fatto qualsiasi cosa: rotto l'ombrello in testa, triturato le penne sotto i piedi, preso per il collo, minacciato, alcune volte anche davanti ai professori. Qualche ragazzino addirittura è stato costretto a mettere la testa nel water e poi hanno tirato l'acqua. Altri sono stati vittime di vere e proprie estorsioni: se non consegnavano soldi o merendine, gli tagliavano le cartelle. L'anno scorso hanno riempito d'acqua dei preservativi e li hanno gettati addosso alla bidella».

«So che alcuni di questi bulli vivono in famiglie che hanno delle difficoltà, ma non si può andare avanti in questo modo: abbiamo segnalato più volte, l'anno scorso, queste violenze intollerabili agli insegnanti e alla preside, ma nulla è stato fatto. Purtroppo quest'anno sono cambiati sia i professori sia il preside. Noi genitori avevamo programmato di parlarne in consiglio di classe, ma ieri mio figlio ha rischiato la vita e la situazione è diventata urgentissima. La scuola deve intervenire, e subito».

«Prima di tutto speriamo che la situazione del ragazzo migliori, sono vicino a lui e alla sua famiglia. Quello che è successo è molto grave, per fortuna non è successo l'irreparabile. Dalle prime notizie che mi sono arrivate l'incidente e il suo contesto apparivano più leggeri, quasi uno sfortunato incidente. Non mi risultavano episodi di violenza o comportamenti aggressivi nei confronti del ragazzo, come invece mi sono stati riferiti a Sabbio e a Mariano, dove sono intervenuto. Dovremo chiarire fino in fondo quanto è successo a Dalmine. Sentirò la famiglia e il personale della scuola».

Questa è la posizione ufficiale della dirigenza delle scuole secondarie di primo grado Camozzi. Le parole sono del reggente Cesare Quarenghi. «Sono arrivato quest'anno a Dalmine - racconta ancora - e ho trovato una scuola molto sensibile e bene organizzata, il merito è di chi mi ha preceduto e dei colleghi non posso dire altro che bene»

Leggi la pagina dedicata all'argomento su L'Eco di venerdì 19 otobre

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