Yara, Fikri attacca gli investigatori
«Non sono capaci di fare il loro lavoro»

«Non hanno un colpevole. Non riescono a risolvere il caso. Non sono capaci di fare il loro lavoro. Ecco perché gli servo. Intanto però mi stanno rovinando». Lo dice in esclusiva a un settimanale milanese, Mohamed Fikri, unico indagato nel caso Yara.

«Non hanno un colpevole. Non riescono a risolvere il caso. Non sono capaci di fare il loro lavoro. Ecco perché gli servo. Intanto però mi stanno rovinando». Lo dice in esclusiva al settimanale «Oggi», domani in edicola, Mohamed Fikri, il piastrellista marocchino, da due anni l'unico indagato per l'omicidio di Yara Gambirasio, su cui il Gip Ezia Maccora ha deciso che si continui a investigare per almeno altri sei mesi.

Al centro dell'attenzione degli investigatori, c'è un'intercettazione di Fikri che, nei giorni successivi alla scomparsa della tredicenne bergamasca di Brembate di Sopra, avrebbe detto «Che Allah mi perdoni non l'ho uccisa io», secondo una prima traduzione di un'interprete qualificata, poi smentita da una seconda, affidata a quattro maghrebini incontrati casualmente nei corridoi della Procura.

Il Gip ha già disposto una nuova traduzione, qualificata, della frase incriminata. Il sospetto è che Fikri stia nascondendo qualcosa agli inquirenti, ma lui risponde a «Oggi»: «Chiedetelo al mio datore di lavoro».

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