Piazzetta Terzi è privata
Il Comune perde la causa

Il nome avrebbe dovuto insospettire anche Palafrizzoni. Piazzetta Terzi non si chiama così solo perché collocata di fronte all'omonimo palazzo in Città alta, ma perché di proprietà della storica famiglia a cui la residenza appartiene da secoli.

Il nome avrebbe dovuto insospettire anche Palafrizzoni. Piazzetta Terzi non si chiama così solo perché collocata di fronte all'omonimo palazzo in Città alta, ma perché di proprietà della storica famiglia a cui la residenza appartiene da secoli.

A scriverlo nero su bianco ci ha pensato lo scorso 26 ottobre la Corte d'Appello di Brescia con una sentenza che pone fine a una lunga diatriba tra i discendenti della casata e lo stesso Comune di Bergamo: la piazzetta è privata. Ergo: i Terzi potranno disporne come meglio credono, anche se hanno già espresso l'intenzione di non precludere il passaggio pedonale e carrale, delimitando comunque la porzione di loro stretta pertinenza.

«La sentenza – conferma il dispositivo - dichiara la piena ed esclusiva proprietà in capo agli attori, della denominata piazzetta Terzi in conformità ai titoli di acquisto dimessi. Condanna il Comune di Bergamo a rifondere agli appellanti le spese di due gradi di giudizio». A Palafrizzoni, salvo un ricorso in Cassazione, non resterà che adeguarsi, rimborsando la controparte per gli oneri legali (circa 10 mila euro) ma anche per quelli di occupazione del suolo pubblico (altri 20 mila euro) che erano stati pagati (con riserva) a Palafrizzoni per l'allestimento, sulla stessa piazzetta, della gru indispensabile al restauro della dimora appena completato. Si conclude così, salvo sorprese in Cassazione, una vicenda che sul piano legale data almeno un paio di decenni, ma che su quello storico ci porta direttamente al XVIII secolo.

Proprio nel Settecento infatti i Terzi acquisirono l'edificio antistante il palazzo di loro proprietà e, dopo averlo abbattuto, realizzarono la piazzetta con l'intenzione di valorizzare la bella facciata della dimora. I secoli passano e il passaggio diventa naturalmente parte della viabilità cittadina. Proprio su questa pubblica utilità si sono basate nell'ultimo ventennio le rivendicazioni dell'amministrazione comunale alla quale i discendenti della casata si sono sempre opposti. La diatriba sembrava aver trovato una composizione nel 2009 con l'accordo in base al quale la famiglia acconsentiva alla cessione della piazza al Comune, ottenendo allo stesso tempo il divieto di parcheggio sull'area ad eccezione di quattro posti auto che sarebbero rimasti a disposizione degli inquilini del palazzo.

La convenzione – che prevedeva tra le altre cose l'impegno della famiglia ad abbandonare la causa legale con compensazione delle spese legali – venne approvata dal Consiglio comunale tre anni or sono, senza però perfezionarsi per via della decisione dei Terzi di non sottoscriverla e di proseguire nella battaglia legale. Una scelta che ora sembrerebbe averli premiati: la piazza è loro.

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