Il Comitato dell'Aeroporto a Roma
«Ora si operi concretamente»

Da mesi i sindaci dell'hinterland attendono risposte da Roma sulla questione dello sviluppo di Orio e «nell'attesa che ci si assuma la responsabilità», il Comitato Aeroporto Bergamo è sceso nella capitale a consegnare le sue istanze.

«Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto». Da mesi i sindaci dell'hinterland bergamasco attendono risposte da Roma sulla questione dello sviluppo del Caravaggio e «nell'attesa che qualcuno si assuma la responsabilità di prendere una posizione», il Comitato Aeroporto Bergamo è sceso nella capitale a consegnare le istanze del Coordinamento dei Comitati aeroportuali bergamaschi (riassunte in un documento unitario del 5 luglio scorso), mettendole direttamente sul tavolo del direttore generale del settore Aeroporti e Trasporto aereo.

«Riteniamo l'incontro del 24 settembre un passaggio strategico - spiega il Coordinamento -: due ore di confronto attento e approfondito, durante il quale sono state apprezzate tanto la moderazione quanto la rigorosità delle osservazioni poste dal territorio. Aver presentato al Ministero dei Trasporti tutte le criticità irrisolte del nostro scalo è stato considerato un contributo prezioso alla stesura del nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti. Certamente intenso è stato il contraddittorio con Enac, difensore ad oltranza dello status quo: tuttavia sono stati verbalizzati concetti importanti». In primis il superamento dei limiti previsti dal Via del 2003 in termini di unità di traffico, di movimenti annui, di superficie territoriale e di popolazione coinvolta, risulta essere a detta del ministero materia di competenza della Commissione Aeroportuale.

«Chiediamo dunque che l'atteggiamento pilatesco ed evasivo perpetrato sinora in quella sede finisca e che il fronte dei Comuni ivi rappresentati faccia sentire la propria voce: non può non esserci un limite invalicabile allo sviluppo. Sempre compito della Commissione Aeroportuale è intervenire qualora si riscontri lo “sforamento” dei limiti acustici. Questo è avvenuto, le curve non sono state rispettate, nonostante quelle in vigore dal 2010 siano davvero “all'acqua di rose” cioè tutt'altro che stringenti. È inaccettabile e chiediamo provvedimenti».

Il Comitato sottolinea anche «l'obiezione di Enac sullo sforamento del numero dei movimenti annui (comunque riconosciuto, e questo è già un dato straordinario), che non avrebbe effetti se non si consolida per 3 anni: ci sfugge il fondamento normativo, resta il fatto che le unità di traffico massime sancite nella Conferenza dei Servizi del 2004 sono state superate non da 3 ma da 7 anni». E ancora: «Sui voli notturni, riportiamo come significativa l'ammissione di Enac circa la contraddittorietà della normativa: di nuovo, nessuna risposta certa, ancora una volta si rimanda ad altri l'onere di dipanare la matassa; nel frattempo a Bergamo si vola tutta notte senza che siano disponibili gli specifici dati sull'inquinamento acustico notturno ed al riguardo si è chiesta maggior trasparenza».

E il Coordinamento conclude: «A detta del Ministero Bergamo non può non rapportarsi con la possibilità di sviluppo di Brescia–Montichiari per i voli cargo. Pianificazione necessaria e definizione della “vocazione”, sono entrambi concetti di cui si terrà conto nell'approvazione finale del Piano Nazionale degli Aeroporti».

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