Dal pane all'antiquariato
E' il festival del ribasso

Dalle panetterie ai negozi di abbigliamento, dagli antiquari ai parrucchieri, le vendite promozionali impazzano. Si fanno tutto l'anno e riguardano merce di ogni tipo. Basta fare due passi per le vie del centro di Bergamo per averne conferma.

Dalle panetterie ai negozi di abbigliamento, dagli antiquari ai parrucchieri, le vendite promozionali impazzano. Si fanno tutto l'anno e riguardano merce di ogni tipo. Basta fare due passi per le vie del centro di Bergamo per averne conferma. E si scopre che abbassare i prezzi oggi non è più sufficiente, prova ne sono i tanti negozianti che per ingolosire i clienti sfoderano impensate doti creative. Se si mira all'acquirente straniero, l'inglese è d'obbligo.

In via XX Settembre Carpisa propone una «special week», borse scontate del 30% per un'intera settimana; mentre Kappa, in via Sant'Alessandro, ci prova con l'«happy day», un giorno felice per il consumatore, che ha l'opportunità di portarsi a casa capi di abbigliamento scontati al 50%. Palma d'oro del marketing a The Bridge, negozio di pelletteria a due passi da piazza Pontida, che dall'estate scorsa propone a chi compra due articoli uno sconto del 25% sul meno caro e per chi ne compra tre un ribasso del 50% per il pezzo più economico.

In via Garibaldi i fratelli Oreni, terza generazione di panettieri, hanno scelto «una politica promozionale aggressiva per sopravvivere alla crisi e alla concorrenza dei supermercati». E allora via con il pane a 2,50 euro al chilo, «nonostante l'aumento della farina», con le brioche in omaggio (paghi quattro e prendi cinque) e con la promozione «trancio di pizza più bibita» per gli studenti delle scuole del quartiere. Dalla michetta al mobile antico il passo è breve. Dopo 60 anni di attività l'antiquario Gianni Crotti chiude Ars Antiqua, in via Borfuro, con una vendita promozionale che prevede sconti dal 20 al 30%.

Anche lo storico negozio di abbigliamento Mem, in via San'Orsola, fa sconti sino al 60% ma per affrontare la crisi prendendola di petto. «Non lasciamo, anzi, vorremmo ammodernare il negozio e per questo svendiamo tutto» spiegano i soci Macconi e Mazzoleni, da trent'anni sulla piazza. Questo boom delle vendite promozionali non entusiasma i rappresentanti dei commercianti né quelli dei consumatori. «Il ricorso alle vendite promozionali ha subito un'accelerazione dallo scorso autunno – commenta Oscar Fusini, vicedirettore di Ascom –. La merce scontata tutto l'anno è il segnale dei tempi, stiamo vivendo il periodo più difficile dal dopoguerra ad oggi e in questi mesi la sopravvivenza di tanti piccoli esercizi è a rischio. Gli stranieri restano l'unico versante positivo sul lato delle vendite. Chi viene in Italia compra e questo è un bene per il centro città ma resta la fiacca complessiva».

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