Bancarotta nel settore edile
Quattro arresti nella Bassa

Quattro arresti dalla Guardia di Finanza: due fratelli di Ghisalba sono in carcere e due agli arresti domiciliari per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale perpetrati attraverso società operanti nel settore dell'edilizia residenziale.

La Guardia di Finanza di Bergamo ha eseguito nella mattina di martedì 20 novembre quattro misure cautelari, delle quali due in carcere e due agli arresti domiciliari, nei confronti di tre italiani (R.G. di 58 anni, R.G. di 56 anni, fratelli di Ghisalba e M.G. di 58 anni, della bassa) e una donna di nazionalità russa (I.O. di 45 anni), tutti residenti nella Bergamasca, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale perpetrati attraverso società operanti nel settore dell'edilizia residenziale.

Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, avevano già portato nel giugno del 2011 al sequestro di beni immobili del valore di circa 4 milioni di euro per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, al riciclaggio ed alla sostituzione di persona.

Le ulteriori attività investigative hanno consentito di scoprire attività criminose, finalizzate a sottrarre beni delle società a creditori e all'Erario. In particolare, il meccanismo fraudolento consisteva nel trasferire dalle società già sottoposte a sequestro ad altra intestata ad un prestanome, ma di fatto gestita dagli stessi indagati, tutti i contratti d'appalto aggiudicati. In tal modo, le società amministrate dal custode giudiziario, private di ogni operatività, venivano di fatto «svuotate» e portate al fallimento.

In concreto gli indagati inducevano gli originari committenti dei cantieri a non saldare i debiti già maturati nei confronti delle società fallite e a versare somme di denaro nelle casse della nuova società. In tale contesto, i 21 dipendenti delle società fallite sono stati indotti dagli indagati a sottoscrivere comunicazioni di licenziamento e costretti, per recuperare gli stipendi non pagati, a lavorare per la nuova società.

Tre dei quattro soggetti colpiti dai provvedimenti, già a processo per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, in caso di condanna rischiano un'ulteriore sanzione da 3 a 10 anni di reclusione prevista per il reato di bancarotta fraudolenta.

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