Gli agenti davanti alle slot machine
Ugl: «Aspettiamo l'esito delle indagini»

La Segreteria Regionale Lombardia dell'UGL Polizia di Stato interverviene in merito alle indagini effettuate nei confronti di alcuni agenti della Questura di Bergamo, «senza voler fare una cieca difesa campanilistica della categoria» ma fornendo alcune precisazioni.

La Segreteria Regionale Lombardia dell'UGL Polizia di Stato interverviene in merito alle indagini effettuate nei confronti di alcuni agenti della Questura di Bergamo. Questo il testo del comunicato stampa.

«Senza voler fare una cieca difesa campanilistica della categoria - recita la nota dell'Ugl firmata dal segretario regionale Emanuele Brignoli - è bene sottolineare alcuni particolari che sono sfuggiti all'impeto mediatico di “sbattere” la Polizia su tutti i quotidiani e le Tv nazionali».

«In primis è bene precisare che i poliziotti indagati sono otto e non undici, il che potrebbe fare sorridere qualcuno, ma che da un punto di vista della correttezza della veicolazione delle informazioni, assume una grande importanza per poter ridimensionare i fatti, che a nostro avviso hanno travalicato l'alveo del buon senso».

«Leggere che tutti i poliziotti coinvolti passavano le loro giornate lavorative davanti ad un videogioco dipinge una situazione differente dalla realtà dei fatti, che siamo sicuri verrà chiarita in breve termine dalla Magistratura, tenuto conto che le contestazioni per alcuni, sono solo di pochi minuti passati a consumare il caffè nel bar annesso alla sala slot senza aver giocato nemmeno una volta».

«Aver intrapreso un'indagine penale per fatti di questo genere, che potrebbero avere risvolti solo dal punto di vista disciplinare, ci è parso spropositato, credendo comunque fortemente nelle fonti del diritto, tenuto conto dell'effetto negativo sull'opinione pubblica. Il parlare di poliziotti davanti alle Slot Machine durante il servizio, senza per altro specificare compiutamente i singoli addebiti, ha ingenerato nell'opinione pubblica un sentimento di disprezzo nei confronti di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato, nonostante i sacrifici che questi compiono per adempiere ai loro compiti Istituzionali».

«Gli eventuali abusi commessi in servizio dai singoli appartenenti in questa vicenda, seppur ancora in fase di accertamenti preliminari, non devono compromettere gli sforzi compiuti in questi anni finalizzati a incrementare la presenza di presidi di sicurezza sul territorio bergamasco, tenuto conto che a nostro avviso, la Questura di Bergamo risulta carente di personale e mezzi, così come da noi denunciato più volte nonché dai risultati dalle statistiche rilevate a livello Nazionale. Le nostre lamentele sono sempre state dirette ad evidenziare una carenza di personale da destinare al controllo del territorio e prendiamo atto dalle parole del Sig. Questore che ha provveduto a spostare, anche se a noi non risulta, personale da altri uffici per destinarli all'Ufficio Volanti. La nostra legittima protesta per recuperare uomini da destinare ai servizi di prevenzione e controllo, ha avuto l'effetto di togliere la vigilanza e la scorta all'Onorevole CALDEROLI, ma non ha portato a nessun incremento di personale in strada, tenuto conto che, dopo quattro mesi, l'Ufficio Scorte della Questura risulta ancora a pieno organico, nonostante il ridimensionamento dei servizi di competenza».

«Dall'articolo tratto da L'eco di Bergamo del 24 novembre rileviamo che il Sig. Questore, ha già espresso la sua condanna nei confronti di tutti gli otto dipendenti a prescindere dalle singole responsabilità, che ribadiamo, non sono ancora state ben definite ed accertate compiutamente, nonostante i provvedimenti giudiziari emessi e i relativi trasferimenti d'ufficio. Dal canto nostro, invece, prima di trarre conclusioni facili ed affrettate, aspettiamo l'esito delle indagini e rimaniamo al fianco di tutti i colleghi della Questura di Bergamo, in attesa che i contorni della vicenda potranno essere chiariti».

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