I tre alpinisti dispersi in Francia
«Oggi intensifichiamo le ricerche»

Venerdì le ricerche sono state sospese al calar della sera. Setacciati 25 km quadrati, senza esito. Per la giornata di sabato, il meteo annuncia condizioni climatiche più clementi (in particolare meno ventose) che potranno consentire anche l'utilizzo dei cani da valanga.

Le ricerche dei tre alpinisti italiani dispersi sulle Alpi francesi riprenderanno sabato mattina, per tutta la giornata. Venerdì sono state sospese al calar della sera, senza che purtroppo siano stati registrati passi avanti. Dei tre - Francesco Cantù, Luca Gaggianese e Damiano Barabino, i primi due bergamaschi d'azione, il terzo genovese - nessuna traccia, nonostante siano stati setacciati con l'elicottero 25 chilometri quadrati e sono stati ispezionati ghiacciai, fessure e possibili luoghi per bivacchi.

Per la giornata di sabato, il meteo annuncia condizioni climatiche più clementi (in particolare meno ventose) che potranno consentire anche l'utilizzo dei cani da valanga. «Le ricerche saranno intensificate». Lo conferma anche il prefetto della zona: l'intensificazione è dettata da una necessità metereologica dato che per domenica le previsioni parlano di un ulteriore peggioramento delle condizioni del tempo.

Nel frattempo, nel pomeriggio di venerdì, i familiari degli alpinisti dispersi hanno potuto recuperare gli effetti personali dei loro cari che si trovavano all'interno di un'auto parcheggiata nei pressi dei prati di Madame Carle, in Comune di Pelvoux. L'esame dell'auto da parte dei gendarmi non ha però permesso di fare passi avanti nelle ricerche.

Per i tre alpinisti, quella tra venerdì e sabato, è la quinta notte trascorsa in condizioni assolutamente proibitive e senza particolari attrezzature per il bivacco: le speranze di ritrovarli in buone condizioni diminuiscono ormai drasticamente.

La cronaca della giornata di venerdì 30 novembre
«Il pilota dell'elicottero riferisce di non aver avvistato segni di passaggio né lungo la presunta via di discesa, né nella zona del bivacco invernale». È questo il laconico comunicato dei responsabili del soccorso alpino francese diffuso attorno alle 13, comunicato che sembra segnare un irreversibile spartiacque tra le speranze di ritrovare i tre alpinisti italiani dispersi sulle Alpi francesi e l'oggettiva drammaticità dei fatti.

La speranza dei soccorritori era di trovare i tre alpinisti presso un capanno situato a quota 2.410 metri, impossible da raggiungere a piedi a causa dell'elevatissimo pericolo di valanghe.

Invece i voli di ricognizione in elicottero non hanno sortito risultati: «non abbiamo trovato nulla, né nel capanno né lungo i sentieri segnati per la discesa», ha riferito il pilota del velivolo, Bruno Berjat.

L'abbassamento delle nuvole al di sotto de tremila metri aveva reso impossibile continuare le ricognizioni con l'elicottero dei tre alpinisti italiani - Francesco Cantù, Luca Gaggianese e Damiano Barabino, i primi due bergamaschi d'azione, il terzo genovese  - dispersi ormai dal pomeriggio di lunedì 26 novembre. L'elicottero è rientrato alla base a mezzogiorno e le ricerche sono state sospese, almeno temporaneamente.

Di loro, dunque, ancora nessuna traccia. A mezzogiorno, il maltempo aveva così nuovamente fermato le ricerche: le nuvole si sono abbassate a quota 3000 metri rendendo impossibile perlustrare la zona con gli elicotteri. In mattinata erano effettate una serie di ricognizioni aeree nella zona del bivacco invernale Temple Ecrins e su tutta l'area a sud-ovest del monte Barre degli Ecrins, ma senza risultato.

Alle 10 cielo era limpido e il vento era sceso sul massiccio di Ecrins. Gli elicotteri si erano alzati in volo per cercare i tre alpinisti dispersi da lunedì mattina sulle alpi francesi. Sono ormai cinque giorni i giorni che i tre sono dispersi senza attrezzatura adatta a bivaccare all'aperto e le speranze si riducono ormai al lumicino.

La giornata di venerdì era iniziata, in Francia, con un vertice per organizzare le ricerche dei tre alpinisti italiani dispersi. Da sei giorni sono sulla Barre des Ecrins nelle Hautes-Alpes, e da cinque giorni di loro non si hanno notizie.

Nel vertice a Briançon, iniziato alle 8, era stata annunciata la ripresa delle ricerche. Alle 9 un'equipe di soccorritori era arrivata all'elistazione e ha preso posto sull'elicottero EC-145. Fortunatamente il cielo è libero da nuvole e il vento ha smesso di soffiare forte come nei giorni passati. A mezzogiorno, ricerche sospese.

Purtroppo nessuna traccia è stata finora trovata di Francesco Cantù, già medico agli Ospedali Riuniti, di Luca Gaggianese, istruttore Cai anch'egli legato a Bergamo per aver lavorato al lungo al Cesvi e del genovese Damiano Barabino.

Purtroppo il meteo francese prevede per tutta la giornata di venerdì un crollo dello zero termico a 400 metri. Per l'alto rischio valanghe non sono previste partenze di squadre di ricerca a piedi.

Considerato che i tre alpinisti non disponevano di equipaggiamento per bivacco, tanto meno in condizioni invernali così estreme, la situazione a questo punto è molto critica. Per il comandante del Peloton d'haute montagne di Briancon, Nicolas Colombani, «le possibilità di salvezza dei tre sono legate alle decisioni che hanno preso».

La giornata di giovedì
Giovedì, poco prima delle 17, il sole se n'era già andato: il buio aveva inghiottito velocemente le montagne. A Briançon la terza giornata di ricerche era trascorsa dai soccorritori sul Dome des Ecrins senza alcuna novità. Nemmeno gli elicotteri sono riusciti infatti a individuare i tre alpinisti italiani dispersi da lunedì sul massiccio delle Alpi del Delfinato francese.

Poco dopo le 17,30 anche l'ultimo dei tre mezzi che, a partire dal mattino, si sono alzati in volo - sfidando un meteo migliorato sì, ma comunque caratterizzato dal forte vento con raffiche fino ai 70 chilometri orari - è tornato alla base.

«Le ricerche condotte oggi hanno avuto esito negativo», annunciano gli uomini del Peleton d'haute montagne di Briançon, con un linguaggio secco ma eloquente. Di ora in ora, ovviamente, le possibilità di ritrovare vivi gli scalatori diminuiscono e i toni vanno di pari passo.
 
L'unico appiglio resta quello a cui ci si aggrappava anche mercoledì: e cioè che i tre, seguendo i consigli della cordata che li precedeva, abbiano deciso di rientrare dal versante meridionale, quello affrontato in salita, lungo il ghiaccio della Pilatte, raggiungendo in questo modo il rifugio Temple Ecrins a quota 2.484.

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