Il cadavere trovato a Pontirolo
L'amico rischia di finire indagato

«Io l'ho lasciato intorno alle 21 di venerdì e sono tornato a casa sua il giorno dopo intorno alle 13,30 quando l'ho trovato morto». Angelo Spada, 40 anni, fornisce la sua versione dei fatti. In attesa dell'autopsia di Gorini, Spada sarà con molte probabilità iscritto nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale.

«Io l'ho lasciato intorno alle 21 di venerdì e sono tornato a casa sua il giorno dopo intorno alle 13,30 quando l'ho trovato morto. Non so cosa possa essere successo». Angelo Spada, 40 anni, fornisce la sua versione dei fatti. È stato lui sabato a trovare, riverso senza vita sul pavimento della sua casa in via San Michele 3, a Pontirolo, Ferruccio Gorini, 45 anni, un passato da tossicodipendente alle spalle. Sulla sua morte è ancora giallo.

Nella mattinata di lunedì 10 dicembre la notizia è che Spada sarà probabilmente iscritto nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale, un atto dovuto dato l'evolversi della vicenda e per permettergli di nominare un suo consulente nel momento in cui ci sarà l'autopsia. Sarà infatto l'esame autoptico (il pm Giancarlo Mancusi affiderà l'incarico al medico legale) a chiarire se Ferruccio Gorini sia morto per un malore, un abuso di qualche sostanza o per delle ferite che gli sono state trovate sul corpo compatibili con una colluttazione. Venerdì infatti i vicini di casa di Gorini, originario di Cividate, hanno sentito urlare e anche dei forti rumori di oggetti infranti. L'uomo con cui stava discutendo era proprio Spada, anche lui residente in paese, che sabato pomeriggio per diverse ore è stato sentito dai carabinieri come persona informata dei fatti.

Il quarantenne ammette che c'è stata una discussione: «Ma nessuna colluttazione. Perché ci saremmo dovuti mettere le mani addosso? Non stavamo litigando per soldi o qualche questione simile. Sono stato io ad alzare la voce contro Ferruccio perché ho visto che stava prendendo dei calmanti. Ultimamente lo faceva troppo spesso così gli ho urlato che doveva piantarla con quella roba». Gorini aveva alle spalle un ricovero alla comunità Aga di Pontirolo. Attualmente era in cura al centro psico-sociale di Treviglio che ha in carico anche Spada. Anche lui ha alle spalle ricoveri in comunità del territorio, «non però per droga - ci tiene a sottolineare - ma per alcol e disturbi psichiatrici».

I due era da circa tre anni che si frequentavano. Ma come mai dopo le urla i vicini di Gorini hanno sentito infrangersi degli oggetti? «Quando prendeva quei tranquillanti non riusciva neppure a stare in piedi - spiega Spada -. A un certo punto l'ho visto barcollare così sono corso ad aiutarlo. Lui è andato a sbattere contro la finestra aperta vicino al lavabo della cucina che poi è finita contro l'anta di un armadietto e si è rotta. Sempre barcollando è andato contro una sedia del tavolo da pranzo che aveva lo schienale con le vite allentate e si è rotto».

Mentre aiutava l'amico, a Spada sono caduti anche gli occhiali. Finestra, sedia, e occhiali rotti hanno fatto inizialmente pensare allo scenario di una colluttazione che però Spada nega. Il quarantenne afferma inoltre che quando, intorno alle 21 di venerdì, ha lasciato l'abitazione in via San Michele, Gorini era sdraiato sul divano in stato di semincoscienza proprio a causa dei tranquillanti assunti. Quando però, intorno alle 13,30 del giorno dopo, è tornato nell'abitazione il suo amico non era più sul divano bensì steso a terra senza vita a poca distanza dalla porta di ingresso, che di solito veniva lasciata aperta. Spada sostiene di non aver subito realizzato che fosse morto. A dare l'allarme non è stato infatti lui ma una donna, Maria Rossi, che, arrivata pochi minuti dopo in via San Michele, ha capito subito la gravità della situazione. In quel momento è sopraggiunta anche una terza persona, un uomo, che però si è subito allontanato non appena ha capito che Gorini era morto. Ai carabinieri Spada sostiene di non aver rivelato questo particolare: «Non so perché. Mentre sabato mi ascoltavano mi sono preoccupato solamente di chiarire la mia posizione e come erano andati realmente i fatti. Nei prossimi giorni dirò ai militari le generalità di questa persona che mi era già capitato di vedere in via San Michele e che, se ricordo bene, è originario di Mapello. Sono io il primo a volere che sia fatta chiarezza sulla morte di Ferruccio».

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