Lotta al morbo di Parkinson
Treviglio in campo per la ricerca

L'azienda ospedaliera di Treviglio presenta un progetto sulla diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, quali Parkinson e Alzheimer, e la Regione Lombardia risponde promuovendo l'iniziativa con un significativo finanziamento.

L'azienda ospedaliera di Treviglio presenta un progetto sulla diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, quali Parkinson e Alzheimer, e la Regione Lombardia risponde promuovendo l'iniziativa con un significativo finanziamento.

Grande soddisfazione per i ricercatori del reparto di Neurologia dell'ospedale trevigliese che si vedranno così sovvenzionare 240 mila euro, quasi un terzo di quanto necessario per sviluppare il sistema integrato per la diagnosi, che si basa sull'identificazione e la quantificazione di alcuni biomakers a livello neuronale, specifici per questo tipo di patologie.

Il progetto denominato «Neuromarks» è l'unico accettato tra le strutture ospedaliere bergamasche: rientra tra i 18 progetti finanziati dalla Regione per la ricerca indipendente in ambito cardiocerebrovascolare e scelto tra i 126 presentati. L'azienda di Treviglio è capofila di un gruppo che comprende altre tre realtà nel campo della ricerca: l'università degli Studi di Pavia, l'ospedale civile di Piacenza e la Vanderbilt university medical center di Nashville, negli Stati Uniti. Il direttore generale Cesare Ercole ha commentato: «È qualificante per la nostra azienda che in questi anni si è impegnata con successo nel proporre progetti di ricerca riconosciuti, a vantaggio della qualità dei servizi offerti».

Tra i referenti dello studio c'è il dottor Bruno Ferraro, primario del reparto di Neurologia dell'ospedale di Treviglio e coordinatore della rete Parkinson della provincia di Bergamo: «Si tratta di un riconoscimento economico importante. Servirà per avviare la ricerca e intercettare in fase precoce quelle che possono essere le malattie purtroppo invalidanti dell'età avanzata che diventano sempre più numerose in rapporto alla crescita della popolazione. L'aspettativa di vita grazie alle cure attuali è più lunga, ecco perché urge la necessita diagnostica per valutare e testare le proposte di tipo terapeutico – ha sostenuto Ferraro – per rallentare e contenere gli aspetti degenerativi delle malattie». In Italia soffrono di Alzheimer 520 mila persone, 30 mila i nuovi casi 3.300 dei quali in Lombardia. Sul fronte Parkinson sono 220 mila le persone affette dal morbo, 30 mila delle quali lombarde.

«Il progetto finanziato dalla Regione e per il resto dai quattro soggetti coinvolti degli studi è di tipo traslazionale – ha detto Ferraro –, nel senso che mira in primo luogo a un approfondimento conoscitivo dello stress ossidativo neuronale, ovvero un processo degenerativo a carico dei neuroni provocato dalla presenza di radicali liberi». Non solo studio di laboratorio e biomaker da ricercarsi nel fluido cerebrospinale, ma metodi di individuazione precoce e non invasivi tra le metodologie inserite nel progetto: «Abbiamo predisposto un questionario con dieci domande – ha spiegato Bruno Ferraro –, fatte su una popolazione potenzialmente a rischio: un test di autovalutazione che origina quattro categorie di soggetti e consente di discriminare il rischio clinico che il paziente ha di sviluppare la malattie. L'unione di queste iniziative diagnostiche, con l'uso di strumenti biochimici o immagine biomolecolare, potranno portare in fase preclinica alla diagnostica affidabile».

Fabrizio Boschi

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