Morto in Messico, l'addio a Stezzano
I familiari: commossi dalla solidarietà

È tornato a casa Sergio Rota, il trentaseienne di Stezzano morto lo scorso 6 dicembre in Messico a seguito delle ustioni riportate dallo scoppio di una caldaia avvenuto 17 giorni prima. Il giovane è stato cremato e l'urna con le ceneri è arrivata sabato.

È tornato a casa Sergio Rota, il trentaseienne di Stezzano morto lo scorso 6 dicembre in Messico a seguito delle ustioni riportate dallo scoppio di una caldaia avvenuto 17 giorni prima. Il giovane, che da sei mesi si era trasferito per lavoro nella città di Puebla, è stato cremato e l'urna con le ceneri è arrivata sabato 15 dicembre verso mezzogiorno nell'abitazione dei genitori, in vicolo Stallo Aperto.

Qui è stata allestita la camera ardente, subito visitata da tante persone che hanno voluto stringersi al dolore di mamma Leonilde, di papà Vittorio, della sorella Marzia e del cognato Giuseppe. La famiglia è infatti molto conosciuta e stimata in paese, anche per il suo impegno nel volontariato e nelle attività parrocchiali.

Tra i primi a far visita alla camera ardente e a portare conforto ai familiari, il parroco don Mauro Arizzi che domenica, alle 20,15, guiderà una veglia di preghiera. I funerali saranno celebrati lunedì alle 9,30 nella chiesa parrocchiale di Stezzano.

Nei lunghi giorni di permanenza nello Stato latinoamericano, Marzia e Giuseppe hanno sperimentato una grande solidarietà da parte della popolazione locale, che è stata loro vicina cercando di alleviare i momenti di sconforto. «Quando Sergio era ricoverato e c'era necessità di piastrine - racconta il cognato - abbiamo conosciuto la famiglia di una ragazzina ricoverata in terapia intensiva, che ci ha voluto aiutare lanciando un appello tramite Facebook e perfino in tv: il giorno dopo si erano presentati venti volontari per donare il sangue».

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