La dolcezza delle infermiere
Angeli custodi dei pazienti

La massima attenzione ai pazienti è stato probabilmente uno dei principali fili conduttori del primo giorno di trasloco: lo avevano annunciato i vertici nei giorni scorsi e così è stato. Non si è trattata però di una semplice organizzazione.

La massima attenzione ai pazienti è stato probabilmente uno dei principali fili conduttori del primo giorno di trasloco: lo avevano annunciato i vertici nei giorni scorsi e così è stato. Non si è trattata però di una semplice organizzazione accurata per velocizzare i tempi o per evitare di lasciare i degenti troppo a lungo al freddo pungente o ancora per ripararli dalla pioggia.

È stato molto di più: è stata cura minuziosa dei particolari, è stata dedizione per garantire massima serenità ai malati, accortezza verso le persone trasportate non solo dal punto di vista logistico ma soprattutto umano, morale affinché nessuno subisse il benché minimo choc di un'operazione delicata.

Protagoniste di questa missione le infermiere, ieri più che mai angeli custodi dei pazienti, ieri più di qualsiasi altra volta medicine fondamentali per i malati: persone dotate di immensa umanità, di straordinaria voglia di mettersi al servizio degli altri, di chi soffre e patisce il dolore, la preoccupazione, la malattia, la paura.

Ebbene loro si sono dimostrate l'opposto di tutto questo «male»: sorridenti ma sempre con dolcezza, costantemente accanto al malato ma sempre con discrezione, attente come una mamma col proprio bambino. E tutto questo non certo perché circondate da telecamere, fotografi, giornalisti ma perché ogni minimo gesto era spontaneo, venuto dal cuore e lo si vedeva, percepiva, toccava e ogni mossa scaturiva una reazione di grande ammirazione da parte dei presenti incantati a osservarle.

Quattro infermiere si sono occupate del reparto Infettivi e tutte e quattro hanno incarnato le qualità descritte. Tra queste, Tiziana, che si è occupata di una paziente a cui sembrava più legata: un'anziana signora in carrozzella particolarmente in difficoltà perché con una gamba completamente bloccata e perché soffriva il freddo più degli altri mentre attendeva di salire sul proprio pulmino insieme a quattro pazienti. Tiziana si è accertata che la malata fosse vestita per affrontare il clima rigido, l'ha coperta, l'ha consolata, l'ha accarezzata, le ha raccontato cosa stava succedendo, le ha sorriso e intanto ha trasportato le valigie preparate insieme alle cartelle cliniche mentre chiedeva all'autista del pulmino di avvicinarsi più possibile alla porta d'uscita per risparmiare anche un solo secondo di freddo ai suoi pazienti.

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