Riuniti, che strano questo vuoto
Organizzata una cena al vecchio Ps

Completamente vuoto, i corridoi deserti, nessuno in sala d'attesa. E un silenzio che lascia attoniti. Il vecchio Pronto soccorso dei Riuniti - in assoluto il posto più movimentato dell'ospedale - adesso è chiuso. Per l'ultimo saluto organizzata una cena d'addio.

Completamente vuoto, i corridoi deserti, nessuno in sala d'attesa. E un silenzio che lascia attoniti. Il vecchio Pronto soccorso dei Riuniti - in assoluto il posto più movimentato dell'ospedale - adesso è chiuso: tutta l'attività dalle 8 di giovedì mattina si è spostata al nuovo Papa Giovanni XXIII. Il compito di «staccare la spina» è toccato alla dottoressa Renata Colombi, numero due del Pronto soccorso diretto dal dottor Claudio Arici che giovedì ha coordinato le operazioni alla nuova sede.

«Un po' di malinconia c'è - dice la dottoressa Colombi - da studenti siamo cresciuti qui e quando ero piccola volevo venire proprio qui in Pronto soccorso per vedere come funzionava l'ospedale. Questo è un lavoro unico, dinamico, imprevedibile: in Pronto soccorso, da una situazione di relativa tranquillità, in un attimo si può scatenare l'inferno». Nella mattinata di giovedì, nonostante la campagna di informazione degli ultimi giorni, non sono mancati i pazienti che si sono presentati lo stesso al vecchio Pronto soccorso: «Una dozzina di persone in tutto - spiega Colombi - e qualcuno arrivando ha chiesto spiegazioni, non sapeva del trasferimento. Abbiamo seguito questi pazienti ugualmente: fino alle 13 quello che si poteva fare qua è stato fatto».

Tra i veterani del Pronto soccorso c'è l'infermiere Duilio Pagani, che lavorava qui anche nel 1989, quando ci fu un altro trasloco del Pronto soccorso: dall'edificio che oggi ospita il Cup fu spostato alla fine della discesa sulla destra dell'ingresso principale. «Era dicembre anche allora - racconta Pagani - ma quello spostamento fu di poche decine di metri e non è minimamente paragonabile a quello di oggi. Sono stati giorni molto impegnativi per tutti, in particolare le ultime due settimane».

E alla fine della difficile giornata di giovedì, chi non era di turno al Papa Giovanni XXIII è tornato nella vecchia sede del Pronto soccorso per una serata «amarcord». Nel corridoio centrale del vecchio «Ps» è stato messo un lungo tavolo con un buffet. Infermieri, medici e operatori si sono dati appuntamento verso le 20,30. Ognuno ha portato qualcosa: bibite, pizzette, torte, anche un piccolo impianto stereo con tanto di microfono per cantare. E ci sono anche degli adesivi con la scritta «I love OORR di BG», io amo gli Ospedali Riuniti di Bergamo.

Gli operatori che hanno lavorato giorno e notte qui, magari per tanti anni, sono affezionati al Pronto soccorso e tra loro molto legati: trasferirsi nel nuovo ospedale è stato come cambiare casa con tutta la famiglia. Ma non c'è spazio per le lacrime, attorno al grande al tavolo prevale l'allegria. Arici: ok il primo giorno Anche il dottor Arici, arrivando in serata ai vecchi Riuniti dopo il primo giorno alla nuova sede, è sorridente: «Ci sono colleghi - spiega - che hanno trascorso qui anche 15-20 anni della loro vita, è normale che ci sia il desiderio di ritrovarsi per salutare insieme questo posto». «La giornata - aggiunge - è andata bene, meglio del previsto. C'è ancora qualcosa da sistemare, ma nel giro di qualche giorno avremo completato tutte le verifiche tecniche e riprenderemo a pieno regime l'attività di sempre».

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