Profughi a Gromo: fase di stallo
Colloqui per chiarire la situazione

Dopo la protesta, la tensione, il parziale blocco della provinciale 49 e qualche episodio di vandalismo di venerdì 28 dicembre, sabato 29 a Gromo non ci sono stati momenti critici, anche grazie al presidio delle forze dell'ordine e alla mediazione della Caritas.

Dopo la protesta, la tensione, il parziale blocco della provinciale 49 e qualche episodio di vandalismo di venerdì 28 dicembre, sabato 29 a Gromo non ci sono stati momenti critici, anche grazie al presidio delle forze dell'ordine e alla mediazione della Caritas.

I carabinieri e il Battaglione mobile di Milano hanno controllato la situazione venerdì notte tenendo d'occhio l'Hotel Gromo dove soggiornano i profughi  che venerdì hanno inscenato una vibrante dimostrazione nel tentativo di avere somme di denaro con le quali salutare l'Italia alla caccia di un lavoro all'estero.

Sabato mattina sono arrivati a Gromo un funzionario della questura e un rappresentante della Comunità Ruah che opera per la Caritas diocesana. Ci sono stati colloqui con i profughi ricordando però loro che nel progetto di assistenza non è previsto esborso di denaro, ma al massimo il pagamento di un biglietto aereo o del treno per ricongiungersi ai familiari o cercare lavoro.

Secondo Bruno Goisis, presidente della Comunità Ruah, c'è stato qualcuno in Lombardia che ha offerto soldi i profughi pur di mandarli via innescando un tam tam deleterio. Non è che la giornata sia stata molto proficua, anche perché i libici hanno rifiutato colloqui individuali. Domenica 30 ci saranno ulteriori colloqui nel tentativo di sbloccare la situazione.

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