Scout morta, simulazione coi periti
La recinzione non avrebbe retto

Camere d'aria riempite di pesi, spinte in velocità lungo il pendio innevato fino alla recinzione, per provarne la tenuta. È questa la simulazione effettuata mercoledì mattina 9 gennaio nel terreno di pertinenza dell'azienda agricola Salvasecca di Valbondione.

Camere d'aria riempite di pesi, spinte in velocità lungo il pendio innevato fino alla recinzione, per provarne la tenuta. È questa la simulazione effettuata mercoledì mattina 9 gennaio nel terreno di pertinenza dell'azienda agricola Salvasecca di Valbondione, per cercare di chiarire la dinamica della disgrazia che è costata la vita alla quindicenne scout Chiara Pappalardo, di Cinisello Balsamo, mentre era in vacanza con il suo gruppo di scout.

Un accertamento disposto dal pm Fabrizio Gaverini, che coordina le indagini, ed effettuato in contraddittorio fra il consulente della procura e quelli nominati dai legali delle sette persone finite nel registro degli indagati per omicidio colposo: il titolare dell'agriturismo, Steven Rodigari, 24 anni (assistito dall'avvocato Emilio Gueli del Foro di Bergamo), e sei capi scout che accompagnavano la comitiva nella vacanza (difesi dagli avvocati Corrado Limentani e Luca Manici, di Milano). 

Codice alla mano, si è trattato di un accertamento tecnico irripetibile, disposto in tempi strettissimi dalla procura proprio per cercare di salvaguardarne il più possibile l'attendibilità. Per chi indaga, era infatti fondamentale che la prova venisse svolta al più presto, per far sì che le condizioni della neve fossero per quanto possibile simili a quelle di venerdì scorso, quando si è verificata la tragedia.

Chiara Pappalardo, insieme a un'amica dodicenne, stava giocando a scivolare lungo il pendio innevato su una camera d'aria gonfiata. Le due ragazzine sono finite contro la barriera che separa il pendio da un precipizio. Una barriera fatta di paletti di cemento conficcati nel terreno, con due cavi d'acciaio orizzontali a cui è fissato un reticolato a fessure romboidali in acciaio, con rivestimento di plastica verde. Fu installata dai proprietari dell'agriturismo nel 2005, dopo che nel burrone trovarono la morte il padre dell'attuale titolare dell'attività, Flavio Rodigari, e il suocero Lorenzo Albricci, caduti accidentalmente. Chiara e l'amica sono finite contro la recinzione, che non ha retto. La quindicenne di Cinisello ha proseguito la sua corsa sulla neve, precipitando per 50 metri.

Ora il riserbo degli inquirenti in questa fase delle indagini è massimo. Stando a quanto è stato possibile apprendere, i periti avrebbero riempito di pesi camere d'aria analoghe a quella utilizzata da Chiara e le avrebbero lanciate lungo il pendio. Un primo esperimento ha riguardato lo stesso tratto di discesa compiuto dalla ragazzina, per studiare la possibile traiettoria del gommoncino. Ma sono state effettuate prove anche in tratti diversi, poco distanti, a valle dei quali la recinzione era ancora integra. Almeno in un caso la barriera si sarebbe rotta, non reggendo all'urto della camera d'aria riempita con i pesi. Ma ci vorrà tempo perché i consulenti elaborino una loro relazione tecnica: non si è giunti ancora a una conclusione definitive.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 10 gennaio

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