Spariti milioni nei paradisi fiscali
Addio risparmi per 42 bergamaschi

Cinquantatré milioni di euro, gran parte dei quali spariti nel nulla, custoditi in 4 paradisi fiscali che solo il principale imputato del processo, il gestore di una finanziaria svizzera, conosce ma che non vuole rivelare. Un tesoro arraffato a 432 risparmiatori, 42 dei quali bergamaschi.

Cinquantatré milioni di euro, gran parte dei quali spariti nel nulla, custoditi in 4 paradisi fiscali che solo il principale imputato del processo, il gestore di una finanziaria svizzera, conosce ma che non vuole rivelare. Un tesoro arraffato a 432 risparmiatori, 42 dei quali bergamaschi, che si erano fidati delle allettanti proposte di investimento della «General Dinamics Sa» di Lugano e che ora risultano parti offese nel processo che si sta celebrando a Belluno.

Tra questi, anche grossi imprenditori, tra cui l'impresario edile clusonese Guido Dallagrassa, che nei giorni scorsi in aula ha ammesso di aver affidato a uno dei promotori tre milioni e mezzo di euro. E tra i beffati bergamaschi ci sono anche un quarantaquattrenne di Treviolo che nel maggio 2006, tre giorni prima che scattassero le misure cautelari e il caso diventasse pubblico, aveva investito 50 mila euro, e una donna che aveva aperto un mutuo per poter partecipare alle speculazioni finanziarie proposte dalla società elvetica.

La General Dinamics», tramite la sottoposta «Gd Consulting», raccoglieva somme da investire nel cosiddetto Forex, il mercato che si occupa delle fluttuazioni sul cambio di moneta. I soldi venivano rastrellati in Italia (spesso in contanti) e finivano a Lugano. Da qui in parte venivano trasferiti a un broker londinese che si occupava delle operazioni. Ma il grosso del tesoretto, secondo la Procura di Belluno, sarebbe stato utilizzato in modo differente dagli scopi prospettati alla clientela.

In parte utilizzato per le spese di gestione della società e per le necessità personali di qualche indagato, in parte dirottato in alcuni paradisi fiscali, di cui sa solo Gianpiero Addis Melau, quarantunenne svizzero di origine sarda, gestore della General Dinamics, quello che viene considerato il promotore e il capo dell'associazione per delinquere della quale dovevano rispondere quasi tutti i 27 indagati (a processo sono arrivati in 14). La Gd Consulting aveva aperto una sede anche al Cristallo Palace di Bergamo, attorno alla quale ruotavano i promotori bergamaschi.

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