Bisca nel bar della Celadina?
Un gioco del Bengala: assolto

Tre e quaranta della notte di Capodanno, nove tipi sono rinchiusi in un bar a giocare a carte. Il 2011 è scoccato da poche ore, la città cerca di addormentarsi dopo i botti e le bollicine, loro invece restano aggrappati a due tavoli dove frusciano carte.

Tre e quaranta della notte di Capodanno, nove tipi sono rinchiusi in un bar a giocare a carte. Il 2011 è scoccato da poche ore, la città cerca di addormentarsi dopo i botti e le bollicine, loro invece restano aggrappati a due tavoli dove frusciano carte da poker e scivolano fiches.

Hanno tirato un tendaggio di fortuna sulla porta a vetri, perché nessuno da fuori possa spiare. Il locale - che sta alla Celadina, proprio sul confine tra Bergamo e Seriate - è chiuso al pubblico, ma la luce accesa attira l'attenzione dei poliziotti della Volante in servizio di perlustrazione.

Il capo pattuglia scende dall'auto e s'avvicina. C'è una fessura attraverso la quale osservare. Butta l'occhio, vede tre uomini a un tavolo, altri sei al secondo. Può guardare senza essere scorto, il poliziotto, perché i nove sono concentratissimi sulle carte.

Intuito sentore di bisca, l'agente decide di bussare alla porta. Poi scatta la denuncia: il proprietario del locale, finito a processo con l'accusa di esercizio di giochi d'azzardo, s'è difeso raccontando che gli altri amici avevano passato il Capodanno nel locale per fargli compagnia, decidendo a un certo punto di tirar mattina con assi e jack, anziché con la classica tombola.

Risultato: come richiesto anche dall'accusa, barista assolto perché non s'è raggiunta la prova della colpevolezza.

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