Autopsia per il delitto in cascina
Biava centrato da due pallettoni

Agostino Biava, ucciso alle 19,30 di venerdì scorso, sarebbe stato colpito da due pallettoni, sparati con un fucile caricato con una cartuccia che ne conteneva in totale nove. Uno dei pallettoni lo ha colpito alla nuca ed è stato fatale.

Agostino Biava, ucciso alle 19,30 di venerdì scorso, sarebbe stato colpito da due pallettoni, sparati con un fucile caricato con una cartuccia che ne conteneva in totale nove. Uno dei pallettoni lo ha colpito alla nuca ed è stato fatale.

Sarebbe questa l'unica vera novità emersa dall'autopsia che è stata eseguita giovedì mattina all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Il numero dei pallettoni andati a segno era uno dei dati che proprio l'esame necroscopico doveva chiarire.

L'autopsia sul corpo dell'agricoltore è stata condotta da Antonia Locatelli e Carlo Goi dell'Istituto di medicina legale di Milano. Il magistrato, informato dei risultati, non ha voluto aggiungere altri particolari. In particolare in quali punti la vittima sia stata colpita, e con quale inclinazione.

Sul luogo dell'omicidio, osservando i segni lasciati dai pallettoni nella porta accanto alla stalla, appare evidente che l'assassino non abbia sparato dall'alto verso il basso. Potrebbe essere stato accucciato o in piedi, in agguato dietro l'angolo del muro, a quattro metri di distanza dall'allevatore  e sotto gli occhi dei suoi due collaboratori. 

Qui l'omicida avava atteso che il quarantaseienne uscisse. Sapeva come introdursi nella proprietà senza passare per l'ingresso principale. Sapeva forse che Biava nella stalla non era solo. Non ha sparato al primo che è uscito in cortile, Angelo Capra. Ha fatto fuoco solo quando sull'uscio è comparsa la vittima designata. Le indagini vanno avanti.

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