Giannino fa il tutto esaurito
Berlusconi? I voti non sono suoi

Ancora una volta Oscar Giannino, leader di «Fare per fermare il declino», ha fatto a Bergamo il tutto esaurito. Oltre 900 persone al Centro Congressi Giovanni XXIII per ascoltare Giannino che ha rifiutato l'invito di Berlusconi a dimettersi.

Ancora una volta Oscar Giannino, leader di «Fare per fermare il declino», ha fatto a Bergamo il tutto esaurito. Alle 9.30, insieme a Carlo Maria Pinardi, candidato presidente al Pirellone, ha incontrato Imprese e territorio nella sede dell'associazione Artigiani in via Torretta. Per le 11 è stato accolto da oltre 900 persone al Centro Congressi Giovanni XXIII dove sono stati presentati i candidati alla Regione, alla Camera e al Senato.

Un incontro, quello al Centro Congressi, molto applaudito e di forte attualità dopo l'invito di Silvio Berlusconi a dimettersi, fatto attraverso le pagine del quotidiano «Il Tempo» che riporta un'intervista al premier del Pdl. È qui che Berlusconi rivolge a Giannino «un appello di tutto cuore: ritiri la sua lista, non si renda colpevole di un aiuto, magari determinante, alla sinistra». Giannino da Bergamo replica molto chiaramente: «L'invito è respinto - ha detto -, Berlusconi non ha capito che i voti non sono suoi. Utilizzare il termine "sottrarre i voti" denota una concezione patrimonialista: Berlusconi non ha capito che è proprio il giudizio di totale sfiducia nei suoi confronti che ha fatto crescere un movimento come il nostro». Con un'ultima sottolineatura: «Se riusciremo a farlo perdere ne saremo felici».

L'incontro a Bergamo è stato l'occasione per presentare il candidato presidente al Pirellone Pinardi: «Votare Pinardi - ha detto ancora Giannino - è importante perchè deve venir meno un sistema rigido durato 18 anni», con lo stesso Pinardi che aggiunge: «Vogliamo dare speranza ai giovani, ai disoccupati, agli artigiani e agli imprenditori, vogliamo ridare orgoglio e dignità alla gente della Lombardia, perchè la nostra regione possa tornare ad essere il motore del nostro Paese».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 4 febbraio

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