Obiettivo: aiutare le famiglie
Bergamo nella rete nazionale

La famiglia al centro della vita amministrativa e cellula di una forte e densa rete solidale. È questa in sintesi la strada intrapresa dal Comune con la sua adesione alla rete di «Città per la famiglia», un progetto nazionale di politiche per la famiglia.

La famiglia al centro della vita amministrativa e cellula di una forte e densa rete solidale. È questa in sintesi la strada intrapresa dal Comune con la sua adesione alla rete di «Città per la famiglia», un progetto nazionale di politiche per la famiglia dove il Comune di Parma è capofila e a cui aderiscono 61 Comuni italiani.

Una rete che si inserisce a sua volta in un network europeo cofinanziato dal programma Europe for Citizens dell'Ue e che lavora «in una prospettiva family friendly, per una fiscalità locale a misura di famiglia e una sua valorizzazione nel welfare locale».

Entrare nella rete delle città a misura di famiglia non significa soltanto esibire un logo di appartenenza, ma rivedere le politiche di sviluppo del territorio e la rete dei servizi, con nuovi progetti e la creazione di una rete solidale tra i cittadini.

Le «linee di indirizzo» definite dall'amministrazione sono contenute nel documento fresco di stampa «Bergamo città della famiglia - un Piano strategico di politiche per la famiglia» realizzato dal Comune grazie al sostegno della Fondazione Mia, l'Ubi Banca popolare di Bergamo e la Fondazione Azzanelli Cedrelli Celati. Un lavoro che va avanti da oltre un anno, in due direzioni: intercettare le criticità e i bisogni dei cittadini e delineare le possibili strategie da mettere in campo.

«Al progetto ha lavorato un gruppo scientifico, di cui hanno fatto parte i dirigenti dei servizi sociali ed educativi in un lavoro interassessorile – spiega Ferruccio Bresciani, funzionario del Comune –. Molto positivo anche l'impegno del Comune con Provincia, Diocesi e Asl. Siamo partiti dall'analisi di ogni servizio a fronte di un focus group con un target di riferimento (genitori, operatori, interlocutori privilegiati, la consulta per le politiche familiari, il consiglio delle donne e tutti gli organi di partecipazione sociale), mettendo a fuoco i bisogni emergenti su vari temi, l'infanzia, la genitorialità, la famiglia per capire se la risposta era adeguata».

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