Documenti fai da te e timbri falsi
per regolarizzare lavori in nero

In casa i carabinieri gli hanno trovato un piccolo «arsenale» di documenti che venivano da lui realizzati, secondo l'accusa, per provvedere, dietro pagamento, alla finta regolarizzazione dei lavoratori in nero. Parliamo di un sedicente imprenditore agricolo di Covo.

In casa i carabinieri gli hanno trovato un piccolo «arsenale» di documenti che venivano da lui realizzati, secondo l'accusa, per provvedere, dietro pagamento, alla finta regolarizzazione dei lavoratori in nero. A casa di un sedicente imprenditore agricolo di Covo - I. B. V., di 47 anni - i carabinieri di Romano hanno sequestrato un centinaio di «moduli per l'emersione dal lavoro nero di cittadini extracomunitari» già compilati e con allegate le fotocopie delle carte d'identità degli stranieri.

E poi un modulo utilizzato come matrice per realizzare carta intestata con i loghi del settore immigrazione del ministero dell'Interno, diversi fogli in bianco anch'essi con l'intestazione del Viminale, 6 carte d'identità apparentemente originali ma in realtà intestate alla stessa persona con le relative copie del tesserino del codice fiscale, due fogli con l'intestazione dell'ufficio immigrazione della questura di Bergamo.

E, ancora, dalla perquisizione sono spuntate 18 ricevute di moduli per l'emersione con timbri e firme false, un tesserino magnetico per l'accesso al municipio di Covo, un timbro dell'albo degli imprenditori agricoli di Bergamo, un timbro del Comune di Romano, 8 timbri di varie banche e attività private della Bassa.

L'imprenditore è stato indagato a piede libero per una sfilza di reati che vanno dalla ricettazione alla contraffazione, dall'uso di sigilli e timbri dello Stato al falso materiale e ideologico, fino alla contraffazione di marchi e simboli.

Leggi di più su L'Eco di venerdì 22 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA