Giulia Gabrieli e la sua storia
Con il suo libro un aiuto all'Airc

Giulia Gabrieli il 3 marzo ha compiuto 16 anni. Lei non c'è più, uccisa da un terribile sarcoma alla mano combattuto con forza, ma il suo ricordo è sempre più vivo. In particolare grazie al libro «Un gancio in mezzo al cielo».

Giulia Gabrieli, la ragazza di Bergamo che morì nel 2011 per un sarcoma alla mano combattuto con forza esemplare, il 3 marzo scorso avrebbe compiuto 16 anni. Anzi, «Giulia ha compiuto 16 anni - precisa il papà Antonio prima dell'inizio della festa a lei dedicata, organizzata al cinema Eden di Stezzano - . Per noi oggi è un giorno di festa, indipendentemente dal fatto che Giulia sia qui o meno. È un'occasione per portare avanti i progetti che aveva più a cuore».

In una domenica pomeriggio che sapeva di primavera, qualche centinaio di persone hanno riempito il cinema di Stezzano per appoggiare l'impegno di Giulia a favore della ricerca contro il cancro. Come ha spiegato Pier Emilio Comelli, oncologo pediatra che la seguì nella malattia, la speranza di sopravvivenza, per esempio da leucemia, grazie alla ricerca, è passata dal 20% all'80% negli ultimi 40 anni. Giulia questo lo sapeva bene e prima di spegnersi volle lasciare un'eredità tangibile a favore di chi si trovava nella sua stessa condizione. Scrisse «Un gancio in mezzo al cielo», racconto toccante della sua malattia, pubblicato nel febbraio del 2012 dalle Edizioni Paoline, chiedendo che il ricavato ottenuto dalle vendite fosse devoluto a favore della ricerca contro il cancro.

Oggi il libro è alla sua settima edizione e ha incontrato un successo che attraversa l'Italia: «Ci sono arrivate oltre un migliaio di e-mail da ogni parte del Paese, da lettori più o meno giovani, tutti colpiti dalla grande forza di Giulia», spiega Antonio Gabrieli. Ed è proprio grazie a questo successo umano e letterario che domenica l'associazione «Con Giulia» ha donato 6.000 euro all'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). Commossa Fiorella Ferrario, consigliere dell'Airc, ha ringraziato la generosità di Giulia spiegando che, prima di oggi, «non era mai successo che dei proventi ci arrivassero da una ragazza così giovane» e aggiungendo che è grazie all'altruismo che la ricerca oncologica in Italia è oggi terza al mondo, solamente dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.

Il pomeriggio è stato una vera occasione di festa: momenti di ballo, realizzati dal Gruppo Danza di S. Tomaso sulle note delle canzoni preferite di Giulia, e di canto, grazie alla giovanissima Marta Nembrini accompagnata dalla mamma Elena. Si sono poi alternate letture di alcune delle centinaia di e-mail arrivate all'associazione «Con Giulia». Nicole, Giovanni, Laura e molti altri che da tutta Italia hanno riconosciuto la forza di questa ragazza nel «portare in palmo di mano la sofferenza come fosse normalità». Il pomeriggio si è concluso con un video a lei dedicato, in cui la si è vista nei suoi giorni di malattia all'ospedale, con la mano sempre fasciata ma sorridente. Come ricorda uno dei medici che la curò, Giulia «aveva la straordinaria capacità di responsabilizzare gli adulti semplicemente con il suo sguardo».

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