Acqua nel nuovo ospedale
Sopralluogo del magistrato

Il cerchio delle indagini della procura sulla realizzazione del nuovo ospedale inizia a stringersi. Mercoledì mattina il pm Giancarlo Mancusi ha compiuto un lungo sopralluogo al «Papa Giovanni XXIII». Soffermandosi nei sotterranei.

Il cerchio delle indagini della procura sulla realizzazione del nuovo ospedale inizia a stringersi. Mercoledì mattina il pm Giancarlo Mancusi, titolare dell'inchiesta (tuttora a carico di ignoti), ha compiuto un lungo sopralluogo (circa tre ore) all'interno del «Papa Giovanni XXIII», accompagnato dall'architetto a capo del pool di consulenti incaricati di far luce sull'intero iter realizzativo, alcuni uomini in borghese della Guardia di Finanza e – in veste di Cicerone – l'ingegner Stefano Parimbelli, responsabile unico del procedimento.

Non un vero e proprio blitz: quello del pm è parso più un sopralluogo conoscitivo. Preludio a qualche sviluppo nell'inchiesta penale? Forse, anche se attorno alle prossime eventuali mosse della procura vige il massimo riserbo. Un dato però è parso fin troppo evidente: il faro degli inquirenti punta soprattutto sotto l'ospedale. Pm e consulenti si sono infatti trattenuti a lungo nei sotterranei.

L'ospedale è stato costruito su un sito acquitrinoso e già a partire dal 2010 combatte con il problema infiltrazioni, affrontato prima con il potenziamento del sistema di pompe idrovore, canali di scolo e opere di impermeabilizzazione, poi con la realizzazione della discussa trincea drenante, uno dei cardini dell'inchiesta.

Magistrato e consulenti mercoledì hanno esaminato alcuni piezometri (pozzetti che servono per monitorare l'altezza dell'acqua sottostante) notandoli pieni e riscontrando la presenza di acqua in alcuni punti del piano interrato del Papa Giovanni, in particolare in corrispondenza di alcuni tombini. Il gruppo si sarebbe soffermato anche ad esaminare alcune «crepe di assestamento» nella pavimentazione del sotterraneo (anche in questo caso sarà il parere degli esperti a stabilirne la natura) per poi concludere con una «passeggiata» nella «hospital street».

Abuso d'ufficio, frode nelle pubbliche forniture, turbativa degli incanti, sono le ipotesi di reato che potrebbero essere ravvisate dal pm, una volta studiato il materiale fornito dai consulenti tecnici. Quanto alle responsabilità, potrebbero essere ravvisate a vari livelli: da chi ha progettato a chi ha costruito, fino a chi avrebbe dovuto vigilare sulla buona riuscita dell'opera. Il fascicolo, comunque, è tuttora a carico di ignoti.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 7 marzo

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