In Città Alta guerra delle pietre:
sostituzione delle beole nel mirino

Adesso che sono lì belle impilate ai margini della strada le noti ancora di più queste splendide beole in granito (si definiscono così quelle che più comunemente vengono identificate in lastre per la pavimentazione). Levigate dal tempo, ma ancora solide.

Adesso che sono lì belle impilate ai margini della strada le noti ancora di più queste splendide beole in granito (si definiscono così quelle che più comunemente vengono identificate in lastre per la pavimentazione). Levigate dal tempo, ma ancora solide.

Vissute, ma perfette nella loro antica struttura pentagonale: sembrano quasi parte di un restauro conservativo, come se gli operai al lavoro da qualche settimana sulla stretta carreggiata nel cuore di Città Alta stessero per ricollocarle là dove sono sempre state.

Invece no: si tratta di «manutenzione e arredo urbano» – così almeno recitano le pratiche degli uffici comunali – e la destinazione delle ottocentesche pietre non sarà quella originaria. Dove finiranno? Magazzini del Comune, via Serassi, dicono. Troppo poche per essere riutilizzate, aggiungono.

Ai residenti di via Tassis - questa la delicatissima sede del cantiere - però la scelta non piace. Già «scottati» dal rifacimento della parte alta della via, questa volta vorrebbero salvare l'antico assetto di uno degli angoli più suggestivi del centro storico.

Per capire, bisogna osservare con un po' di attenzione proprio il tratto che dalla piazzetta del Seminarino porta in piazza Vecchia. Al posto delle vecchie beole nel 2002 furono sistemate lastre in arenaria che, oltre a cambiare profondamente con il loro secco zigzagare il volto della via, offrono a distanza di un decennio uno spettacolo di usura e degrado decisamente sgradevole.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 2 aprile

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