Quel suicidio lascia troppi dubbi
«Il caso deve essere riaperto»

«Quello archiviato come un suicidio è un caso che va chiarito attraverso una rilettura degli atti». A sostenerlo è l'avvocato penalista Cammareri: vuole fare luce sulla morte della 21enne trovata morta nel Serio, dopo essere sparita di casa.

«Quello archiviato come un suicidio è un caso che va chiarito attraverso una rilettura degli atti». A sostenerlo è l'avvocato penalista Adele Cammareri che vuole fare luce sulla morte Sarbjit Kaur, la ventunenne indiana di Martinengo, trovata senza vita a Cologno nel greto del Serio il 30 dicembre 2010, dopo essere sparita di casa la settimana prima.

Il pm Patrizia Ruggeri, titolare dell'inchiesta, aveva archiviato il caso stabilendo che la giovane si era suicidata. Ma i familiari della ragazza avevano sempre sostenuto che la morte della giovane fosse in realtà legata ad altro e non al suicidio.

Una convinzione che un paio di mesi fa li ha portati ad affidarsi per l'eventuale riapertura del caso all'avvocato Adele Cammareri, del foro di Roma, pronta nel richiedere la copia del fascicolo già archiviato e studiare i contenuti dell'inchiesta.

Il legale aveva così mosso le acque affidandosi alla trasmissione televisiva «Chi l'ha visto?» dove appunto lo scorso 6 marzo è stata ospite, ripercorrendo le tappe della vicenda: «La cosa triste è che prima di contattarmi la famiglia di Sarbjit non sapeva che il caso era stato archiviato come suicidio, anche perché durante le indagini non si erano avvalsi del sostegno di un legale per la lettura degli atti».

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