Si cerca la madre dell'assassino
Abitava a S. Lorenzo di Rovetta

«Sì, mi aveva confidato di aver messo incinta una donna, che abitava a San Lorenzo di Rovetta». È la testimonianza dell'ex collega di lavoro di Giuseppe Guerinoni, l'uomo originario di Gorno, ritenuto il presunto padre biologico dell'assassino di Yara.

«Sì, Giuseppe Guerinoni mi aveva confidato di aver messo incinta una donna, che abitava a San Lorenzo di Rovetta. Li avevo anche visti insieme. Altri sapevano di questa relazione: le donne sul pullman ne chiacchieravano».

È la testimonianza di un ex collega di lavoro di Giuseppe Guerinoni, l'uomo originario di Gorno e defunto nel 1999, ritenuto dagli inquirenti il presunto padre biologico dell'assassino di Yara. L'ex collega, 75 anni (gli stessi che avrebbe Guerinoni se fosse ancora in vita), residente a Parre, nelle scorse settimane ha reso ai carabinieri dichiarazioni che confermerebbero le conclusioni a cui gli inquirenti sono giunti (ormai più di un anno fa) in base alle analisi del dna: Guerinoni avrebbe avuto un figlio al di fuori del suo matrimonio e questo erede misterioso (stando ai test di laboratorio svolti sulle tracce scoperte sul cadavere di Yara) potrebbe essere il killer della tredicenne di Brembate Sopra.

I carabinieri stanno ora cercando riscontri alle affermazioni del pensionato di Parre, tentando di acquisire informazioni in particolare a San Lorenzo di Rovetta, dove avrebbe dovuto risiedere - stando alla testimonianza - la presunta amante dell'autista di Gorno. Trovare questa donna significherebbe arrivare alla soluzione del rebus.

«Cercate a Rovetta»
A dare notizia di questo nuovo contributo alle indagini sono stati il periodico «Araberara» sull'ultimo numero in edicola e il Corriere della Sera. «Io e Guerinoni - ha confermato ieri a L'Eco di Bergamo il pensionato di Parre - ci conoscevamo bene. Avevamo anche accompagnato insieme, alla guida dei pullman, una comitiva di pellegrini a Lourdes. Guerinoni faceva la tratta Ponte Selva-Clusone-Rovetta. Un giorno, che colloco nei primi anni Sessanta, mi confidò di aver messo nei guai una ragazza. Si trattava di una giovane di San Lorenzo di Rovetta. Io la vidi una volta, vicino a lui, sul pullman. Non so dire però come si chiamava. In paese si sapeva di una relazione fuori dal matrimonio tra lui e questa persona, le donne del paese ne parlavano. Sabato scorso sono tornato al capolinea del pullman a Rovetta - confida il pensionato - speravo così di far riaffiorare qualche altro ricordo utile, ma purtroppo sono passati tanti anni... L'ho suggerito agli inquirenti: andate a indagare a Rovetta, fate verifiche all'ufficio dell'anagrafe per cercare di risalire all'identità di quella donna. Ai carabinieri ho chiesto anche il permesso di recarmi personalmente a parlare di questo alla vedova di Guerinoni, ma non me lo hanno consentito, hanno detto che non era opportuno».

Secondo l'ex collega, Guerinoni sarebbe stato varie volte al Park Hotel di Ponte Selva, night club all'epoca frequentato dagli uomini della Valle.

Ieri convocato in caserma
Ieri l'ex collega di Guerinoni è stato convocato nuovamente in caserma dai carabinieri di Clusone, che stanno cercando riscontro alle sue dichiarazioni. Si tratta della terza volta che l'uomo viene chiamato a presentarsi al comando della compagnia della Valle. Dopo le sue presunte rivelazioni, gli inquirenti hanno ritenuto necessario contattare nuovamente la vedova di Giuseppe Guerinoni, per alcune domande. La donna - stando a quanto è stato possibile sapere - avrebbe ribadito che per quanto ne sapeva lei non ci fu mai nessun'altra «fiamma» nella vita del marito. I carabinieri, comunque, tengono nella dovuta considerazione le dichiarazioni dell'ex collega di Guerinoni e le stanno verificando: a oltre due anni di distanza dalla scomparsa di Yara, con le indagini ancora senza una svolta, non ci si può permettere di sottovalutare nulla. Ma una buona fetta di inquirenti non nasconde un certo scetticismo rispetto al reale valore delle dichiarazioni del pensionato di Parre.

I dubbi degli inquirenti
Si è appreso infatti che l'uomo venne già interrogato oltre un anno fa, come altri ex colleghi di Guerinoni. Gli furono rivolte domande sull'autista di Gorno, sulle sue abitudini, su eventuali sue frequentazioni femminili, in tempi non sospetti, quando ancora la pista del figlio illegittimo non era ancora stata rivelata nei dettagli dai media. In quell'occasione, tuttavia, il pensionato non parlò agli inquirenti di presunte «confidenze» dell'amico Guerinoni, in merito a relazioni extraconiugali o figli illegittimi. Perché se n'è ricordato solo un anno dopo il primo interrogatorio? Suggestioni provocate dai numerosi articoli e servizi tv comparsi successivamente sul conto dell'ex collega? Ne è convinta una fetta di investigatori, anche per un altro motivo: la testimonianza del pensionato di Parre non fornisce alcun elemento in più rispetto a quanto già noto, se non l'indicazione di cercare la presunta amante a San Lorenzo di Rovetta (dove però gli inquirenti hanno già compiuto indagini, senza esito, nei mesi scorsi).

Anche altri dettagli forniti dal pensionato di Parre - così come da altri testimoni sentiti dagli investigatori nei mesi scorsi - non avrebbero trovato riscontro: ad esempio le presunte scorribande notturne dell'autista di Gorno per i night club della Valle, di cui non è stata trovata alcuna conferma concreta.

Vittorio Attanà

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