L'assessore all'Ambiente, Claudia Terzi:
non possono pagare sempre i virtuosi

Nell'attesa di stabilire il suo destino da sindaco di Dalmine, Claudia Terzi è lanciata nella sua nuova avventura di assessore regionale all'Ambiente.  Prime decisioni all'insegna del politically correct: il viaggio verso Palazzo Lombardia in car pooling.

Prime decisioni all'insegna del politically correct: il viaggio verso Palazzo Lombardia in condivisione (car pooling) con le colleghe bresciane Viviana Beccalossi e Simona Bordonali che la caricano a bordo in quel di Dalmine, e le «sanissime» zuppe milanesi che fungono da pranzo. Nell'attesa di stabilire il suo destino da sindaco di Dalmine, Claudia Terzi è lanciata nella sua nuova avventura di assessore regionale all'Ambiente.

Pronti, via: prima rogna sul tavolo, i rifiuti. Questa volta dal Lazio. E via con il più classico leit motiv leghista: un secco no! Il presidente della Provincia Ettore Pirovano ha addirittura spedito ai sindaci la lettera con il gran rifiuto di Roberto Maroni al ministro dell'Ambiente.
«Sono d'accordo, mi pare una posizione coerente con quanto la Lega ha sempre portato avanti».

Ma ogni volta che si parla di solidarietà su questi temi, voi non ci siete mai.
«Non la ritengo una questione di solidarietà, ma di principio. Un po' come per il Patto di stabilità, non è giusto che a pagare siano sempre le realtà più virtuose: lo stesso vale per i rifiuti. La Lombardia nel corso degli anni si è dotata di strutture che l'hanno resa completamente autonoma: perché non possono farlo anche altre Regioni?».

Legambiente da un lato stigmatizza il vostro gran rifiuto, dall'altro chiede una riduzione degli inceneritori.
«Il Piano regionale dei rifiuti, pronto a breve, evidenzia come il panorama sia cambiato: per la crisi e per comportamenti virtuosi, la quantità dei rifiuti da smaltire è effettivamente diminuita».

Quindi basta nuovi impianti?
«E anche ampliamenti, laddove non necessari».

Quindi Rea a Dalmine?
«Nel suo caso, ma non solo nel suo, la Regione si era già detta perplessa. Quindi continuiamo in questa direzione».

Comunque Rea è cresciuta anche grazie ai rifiuti da Napoli.
«Ma la Regione non ha competenza per i rifiuti speciali: diversamente figuriamoci se io come sindaco di Dalmine o l'allora assessore regionale Daniele Belotti non saremmo intervenuti».

A proposito di sindaco: ha deciso cosa fare? Il suo vicesegretario comunale ha rilasciato un parere dove dice che la carica non sarebbe incompatibile con quella di assessore. Scusi l'ironia, sulla scorta di un parere del ministero dell'Interno sul regolamento della Regione. Campania...
«Vero».

Ma il prefetto non aveva chiesto un parere al Viminale sul suo caso?
«Non abbiamo ancora ricevuto gli atti, ma se ha detto che c'è, sicuramente c'è. Comunque martedì al Consiglio comunale vedremo...».

Maroni non aveva detto «un sedere una sedia»?
«Ha anche detto che se i consiglieri, che rappresentano i cittadini, decidevano che potevo rimanere fino alla scadenza naturale del prossimo anno, non c'erano problemi».

E come si fa a conciliare due ruoli così importanti?
«Come dice mio marito, dormo poco, non vedo mai lui, i miei amici e familiari, e lavoro 7 giorni su 7».

Parliamo di cave?
«L'esempio non proprio positivo di Bergamo sta facendo scuola in Regione. Una situazione che non si deve più ripetere: ai miei funzionari ho chiesto un forte impegno nel controllo ex post di questi Piani».

Capitolo inquinamento: partiamo dall'acqua...
«Difficile partire da dove partono le fonti d'inquinamento, come per l'aria».

Però spesso ampliando lo spettro delle cause, alla fine non se ne affronta nessuna...
«Io credo che temi così complessi debbano necessariamente essere affrontati nell'ottica della macroregione: la Lombardia da sola non può risolverli».

Sul territorio torna poco di quanto introitato dallo sfruttamento dei corsi d'acqua: realtà come la Valtellina hanno combattuto una battaglia in materia, vincendola pure.
«Su queste cose noi bergamaschi ci svegliamo sempre un po' tardi. Ci sono accordi e contratti non facili da risolvere, il che non toglie che ci si possa confrontare per evitare di ripetere qualche errore nel futuro».

Leggi l'intervista di Dino Nikpalj a Claudia terzu su L'Eco in edicola venerdì 12 aprile

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