Pirovano: «Troppi tagli
A rischio autobus e libri»

«I tagli ai bilanci delle Province stanno mettendo a serio rischio l'erogazione dei servizi essenziali in tutto il Paese». L'allarme è arrivato dal presidente dell'Unione delle Province italiane (Upi) Antonio Saitta, che ha incontrato le Province lombarde.

«I tagli ai bilanci delle Province stanno mettendo a serio rischio l'erogazione dei servizi essenziali in tutto il Paese». L'allarme, ieri, è arrivato dal presidente dell'Unione delle Province italiane (Upi) Antonio Saitta, che ha incontrato le Province lombarde per discutere di pagamenti alle imprese e di bilanci.

Per quest'anno, a livello nazionale, la sforbiciata che cadrà sulle Province è di 1,2 miliardi di euro: la richiesta partita dal vertice di Milano è di «intraprendere ogni strada, comprese iniziative eclatanti, per arrivare ad intervenire riducendo il taglio di almeno 400 milioni prima che il decreto sia convertito».

La situazione di Via Tasso, tratteggiata dal presidente Ettore Pirovano, conferma che i problemi non mancano.

Presidente Pirovano, la Provincia è alle prese con l'elaborazione del bilancio per l'anno in corso, e sui conti pende la scure di 15 milioni di euro che andranno tagliati rispetto allo scorso anno. Quali saranno gli effetti?
«Teniamo conto che l'anno scorso abbiamo già dovuto tagliare sette milioni: ora si aggiungono questi altri, e arriviamo a 22. Ho chiesto agli uffici di dirmi dove si può intervenire, e ad oggi hanno trovato misure per due milioni, su 15. Ormai è impossibile far sembrare questi tagli ininfluenti: si andranno a toccare i servizi, cose che fino a pochi mesi fa abbiamo considerato sacre e intoccabili».

Per esempio?
«Con i soldi della Provincia si copre una parte del costo dei biglietti e degli abbonamenti per i pullman della rete extraurbana, per ridurre le tariffe per i cittadini: oggi, dei 49 milioni annui di costo, solo 16 sono a carico degli utenti. La Provincia ne mette 4,3, e il resto la Regione. Saremo in grado di garantire ancora quelle cifre, o ricadranno sui cittadini? Poi ci sono cultura e biblioteche: non abbiamo quasi più soldi per le manifestazioni, per stampare i libri, ma col prestito interbibliotecario garantiamo un servizio impeccabile. Il settore, con 19 dipendenti, costa 2,1 milioni l'anno. Ma se devo decidere tra portare i libri in giro e riparare i soffitti di una scuola, o le buche delle strade? E ancora: lo scorso anno abbiamo dato 1,5 milioni alla Caritas per il Fondo famiglia lavoro. Quest'anno sarà impossibile. Non siamo in tempo di guerra, ma come disponibilità finanziaria non ci manca molto. Anche molti Comuni avranno problemi: pure Pisapia, a Milano, ha posto il tema».

Come si sta procedendo per la stesura del bilancio?
«Stiamo verificando voce per voce ogni singola spesa: da quando sono arrivato, abbiamo attivato un controllo di gestione degno di un'azienda privata. Ma ora il punto è anche, purtroppo, che con un calo del "fatturato" di quasi il 30%, come quello che stiamo subendo, qualunque azienda sarebbe ormai ridotta anche a lasciare a casa gli operai».

Insomma, esiste il rischio di tagli anche al personale?
«È in corso, a malincuore, una valutazione attenta per capire se ci siano da ipotizzare degli esuberi (nel caso, una volta individuati i numeri, scatterebbe la mobilità per due anni). Verificheremo tutto anche con le rappresentanze sindacali, ma la legge impone alle amministrazioni pubbliche di valutare questo aspetto. Mi dispiace fare queste considerazioni: con 610 dipendenti, siamo tra i più virtuosi in Italia in rapporto alla popolazione. Mentre altrove non si pongono nemmeno il problema, e vengono pure avvantaggiati, visto che la voce relativa al personale non entra nei tagli. Per scongiurare tutto ciò, basterebbe dare i finanziamenti agli enti pubblici in relazione alla loro trasparenza ed efficienza».

Le differenze tra Province su temi di questa natura sono anche all'origine dei vostri dubbi nel rinnovare l'adesione all'Upi.
«Abbiamo deciso di tenere il discorso in sospeso, per capire come si evolverà la situazione. Il presidente dell'Upi sottoporrà le richieste delle Province al governo: vedremo cosa succederà, anche in tema di pagamenti alle imprese».

A che punto siamo su questo fronte, dopo il decreto che sbloccava i fondi?
«Non ci sono ancora certezze: stiamo cercando di capire se alla somma disponibile dobbiamo sottrarre quanto abbiamo già pagato nel 2012. Insomma, qui da noi potrebbero sbloccarsi 7 oppure 20 milioni. Se magari ce lo fanno sapere prima che le imprese falliscano...».

Fausta Morandi

© RIPRODUZIONE RISERVATA