Case comunali, prezzi da rivedere
Sindacati: aiutare chi è in difficoltà

«Ho 88 anni, ho sempre pagato tutto... Ora sono in difficoltà». Parole semplici che rendono immediatamente l'idea della situazione venutasi a creare in seguito alla richiesta, da parte di Palafrizzoni, ad alcuni inquilini di affitti più alti.

«Ho 88 anni, ho sempre pagato tutto... In questo momento, però, sono in difficoltà: mi è arrivata una bolletta del gas straordinaria, molto alta. Non ce la faccio a pagare di più per l'affitto». Parole semplici che rendono immediatamente l'idea della situazione venutasi a creare in seguito alla richiesta, da parte di Palafrizzoni, ad alcuni inquilini delle case comunali, di affitti più alti del solito. La frase, di una signora che abita in una casa comunale, emerge durante l'assemblea convocata dai sindacati degli inquilini – Sunia/Cgil, Sicet/Cisl e Unione inquilini – proprio per discutere la questione degli affitti maggiorati, legati a un errore nel conteggio dei canoni. In sostanza, dal 2008 a oggi ad alcuni è stato chiesto un affitto minore del dovuto (ad altri, invece, maggiore) e ora che Palafrizzoni ha rifatto i calcoli chiede di conguagliare le differenze.

Così, agli inquilini è arrivata una lettera a fine 2012 che informava dell'errore e a marzo il bollettino di pagamento adeguato alle nuove cifre. «Ma è qui che non ci stiamo», dicono i sindacati, che vorrebbero, se non l'azzeramento del debito 2008, almeno un «piano di rientro» soft, graduale e trasparente per gli inquilini. In questi giorni lo stanno spiegando nelle assemblee convocate con gli inquilini delle case comunali, finora già svolte alla Celadina e in Borgo Palazzo. «Non pagate il bollettino», raccomandano i sindacati. E spiegano che il debito per il 2008 col Comune ammonta a 60 mila euro, dei quali Palafrizzoni è pronto a scontarne una parte. «Si parlava di un contributo di solidarietà di 30 mila euro – dice Pietro Roberti del Sunia – ma l'assessore D'Aloia mi ha appena assicurato che si potrà arrivare a 44 mila. Il problema adesso è decidere come usare questo contributo, stabilire i criteri, tenendo conto in particolare delle situazioni economiche di oggi delle famiglie cui viene chiesto il rimborso, per intervenire in aiuto di chi si trova in difficoltà». Prima cosa, dunque, sospendere i pagamenti. E intanto i sindacati chiedono un nuovo incontro con l'amministrazione comunale per la gestione del problema.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 5 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA