«Niente slot, è una scelta etica»
Altre adesioni alla campagna «L'Eco»

La delibera di Palazzo Frizzoni, firmata a dicembre dal Consiglio comunale, parlava chiaro: le sale slot non possono aprire troppo vicine ai luoghi sensibili, come scuole e oratori. Ma ai bar, anzi ad alcuni bar, poco importa se il documento non riguarda anche loro.

La delibera di Palazzo Frizzoni, firmata a dicembre dal Consiglio comunale, parlava chiaro: le sale slot non possono aprire troppo vicine ai luoghi sensibili, come scuole e oratori. Ma ai bar, anzi ad alcuni bar, poco importa se il documento non riguarda anche loro.

I gestori dicono che non hanno bisogno di una «carta» che gli vieti di avere le macchinette «mangia soldi» se il loro locale si trova nei dintorni di strutture frequentate da bambini e giovani. A loro basta la coscienza a dettare legge. Ed ecco che ci sono attività che, nonostante non gli sia imposto da nessuno, hanno deciso di rinunciare ai soldi «facili» delle videolotterie e hanno puntato su altro.

È la storia di alcuni degli esercizi pubblici che hanno aderito all'iniziativa de «L'Eco di Bergamo» (hanno fatto avere il loro nominativo all'indirizzo [email protected] e hanno ritirato l'adesivo le cui consegne riprenderanno da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19).

«Sono dodici anni che lavoriamo a due passi da un asilo, dagli istituti Vittorio Emanuele, Lussana, Secco Suardo e dall'istituto San Marco – spiega Pamela Masoni del Bar Jonathan di via Casalino 5/H – e anche per questa ragione abbiamo deciso di non mettere nessuna macchinetta. Se ci fossero, siamo sicuri che i ragazzi non verrebbero più qui a bere il cappuccino e a mangiare una brioches, ma a giocare».

Anche questo esercizio pubblico nel corso degli anni ha ricevuto molte proposte per installare le vlt, ma la risposta data è sempre stata negativa: «Ci hanno promesso soldi – continua – e che avrebbero pagato loro l'assicurazione contro le spaccate, ma non abbiamo cambiato idea. E pensare che nonostante non le abbiamo, una volta abbiamo notato due persone che facevano un sopralluogo fuori dal locale per capire se c'erano macchinette».

Nonostante il bar-pasticceria Valcalepio di Gorlago (via 1° Maggio) non si trovi a ridosso di luoghi sensibili, il gestore si sente responsabile per bambini e mamme, che sono i frequentatori abituali: «Pensiamo alle famiglie – dice Roberto Belotti, da 22 anni a capo dell'attività che fa anche da gelateria – perché noi non vogliamo speculare».

A fronte di tante offerte, ha sempre rifiutato e cercato di dare al locale un'impronta di qualità: «Anche alle nostre ragazze chiediamo un abbigliamento ordinato».

Nessuna macchinetta nemmeno al bar Europa, di via Galilei a Spirano: «Noi qui preferiamo vedere persone solari senza l'ombra dell'illusione – dice Adriano Mangili – . Le slot hanno portato alla disperazione in molti». A tre anni dal centenario, i baristi hanno attirato i clienti con un'iniziativa anticrisi: «Stiamo per festeggiare un secolo – dice il figlio Silvano Mangili – e mai abbiamo pensato di conquistare i clienti con le slot. Piuttosto, promettiamo il blocco dei prezzi fino al 2016».

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