Ospedale, i «pali» da monitorare
La leggenda (falsa) della palude

Ne hanno parlato sia l'Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, sia i collaudatori: il sistema di palificazione con cui sono state realizzate le fondamenta del nuovo ospedale è stabile e garantisce solidità alla struttura. Ma c'è un ma.

Ne hanno parlato sia l'Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, sia i collaudatori: il sistema di palificazione con cui sono state realizzate le fondamenta del nuovo ospedale è stabile e garantisce solidità alla struttura. Ma sia per l'ospedale sia per i tecnici della commissione c'è un ma.

L'Azienda Papa Giovanni, da un lato, non escluderebbe che possa avere avuto un effetto «collaterale» sulla falda acquifera che insiste nell'area della Trucca e che passa proprio sotto l'ospedale: insomma, il sistema di «pali di ghiaia» pensati e realizzati proprio come sistema per costruire in sicurezza una struttura ampia come il Papa Giovanni XXIII su un'area delicata dal punto di vista idrogeologico, non è detto che non «impatti» sulla falda che, come è ormai risaputo, è all'origine di problemi di infiltrazioni nei sotterranei della struttura.

Quindi, e i collaudatori non avrebbero mancato di evidenziarlo nella relazione finale riferita all'appalto principale e consegnata all'Azienda ospedaliera venerdì scorso, vanno comunque previsti controlli sulla tenuta delle fondazioni.

Fondazioni che sono però allo stato attuale sicure: una certezza documentata che dovrebbe, prima poi, avere anche l'effetto di prosciugare la leggenda metropolitana che ha accompagnato passo passo il «caso infiltrazioni» nell'ospedale. Leggenda secondo la quale il Papa Giovanni, costruito su un'area acquitrinosa, starebbe sprofondando di parecchi centimetri. Come quell'altra, smentita più volte, delle torri che si sarebbero inclinate. Tutto falso, secondo gli attestati tecnici. Ma è vero, sempre da attestati tecnici, che l'ospedale non è del tutto impermeabile all'acqua.

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