Malindi, violentissimo rogo
Bruciate ville dei bergamaschi

Un violentissimo incendio scatenatosi domenica verso le 13 (ora locale) a Kibokoni, una delle prime aree di Malindi a svilupparsi turisticamente, ha bruciato molte ville, si parla addirittura di 150 abitazioni in totale, e diversi bergamaschi - potrebbero essere una decina - hanno perso la loro lussuosa residenza.

Ecco cosa ci ha raccontato Gianfranco Vitali, l'imprenditore bergamasco che diede vita ai primi investimenti in Kenya con il bresciano Renato Marini e fondò anche il prestigioso «Palm Tree Hotel», che peraltro da tempo non è più di sua proprietà: «Non si conosce ancora la causa esatta che ha scatenato l'incendio, si pensa proprio al Palm Tree Hotel come origine delle fiamme. Il problema è che i tetti delle case sono in makuti, ovvero foglie di palme tagliate e intrecciate che s'incastrano tra di loro formando come delle tegole. Con il tempo perdono il loro colore verde e diventano secche con il sole, così si bruciano in un attimo, sono più infiammabili della paglia. In quel quartiere, verso il campo da golf e il laghetto degli ippopotami, le ville sono abbastanza vicine tra di loro, il vento ha trasportato le scintille e l'incendio si è presto propagato. E dire che adesso è la stagione delle piogge, ma ieri non è scesa una goccia d'acqua. Molte ville erano disabitate proprio perché non è ancora scattata la stagione turistica. Comunque non c'è stato nessun ferito e non mi risultano bergamaschi che hanno rischiato la loro incolumità, ho telefonato in Kenya poco prima di mezzogiorno. Sicuramente sono bruciate diverse ville di proprietà dei bergamaschi, quantificare quante è difficile, direi almeno 7 o 8. Non sarà rimasto quasi niente, si saranno salvati soltanto i muri, visto che all'interno si fa molto uso di legno». 

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