Ecco la lettera di Guerini
indirizzata a Tentorio e Bruni

Evitare di far prevalere lo spirito di parte rispetto al bene della città, pensare a migliori servizi e sostegni a tutte le rappresentanze piuttosto che a grandi opere pubbliche. Sono i primi due punti toccati dall'ex assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo nella lettera che ha indirizzato al neosindaco Franco Tentorio e al primo cittadino uscente Roberto Bruni, ora rappresentante dell'opposizione a Palazzo Frizzoni.

Guerini, quando sta per alzarsi il sipario sulla nuova Amministrazione, ha preso carta e penna e ha voluto riassumere alcuni dei problemi che Bergamo si troverà ad affrontare: il problema dei costi, per il quale «serve una grande attenzione», ma anche lo stile dei comportamenti in consiglio comunale con l'invito a usare un linguaggio accessibile ai cittadini.

Fra gli altri, Guerini tocca argomenti come le società partecipate (comparto delicato , dove esistono regole precise che richiedono il massimo rispetto e la massima severità), la parte corrente del bilancio (dove la tendenza alla crescita delle spese per servizi pare inarrestabile), ma anche la necessità di apportate miglioramenti alla macchina comunale (le riorganizzazioni nel passato si sono fermate ad un rimescolamento senza creare alcun valore aggiunto).

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA
«Caro Franco, caro Roberto, si riapre il sipario del consiglio comunale e a voi spetta recitare un ruolo ribaltato rispetto a quello degli ultimi cinque anni. Changez le maire… questa nostra inquieta città ad ogni scadenza elettorale chiede di cambiare il sindaco e lo fa con il metodo più legittimo che è quello del voto. L’amicizia che mi lega ad entrambi mi spinge a rivolgervi alcuni inviti, nella consapevolezza che il cambio di guardia e di colore della gestione amministrativa è sempre un momento delicato, che prevede un passaggio di consegne complesso che può produrre ritardi, inefficienze se non cancellazioni di azioni già programmate dalla squadra avversaria. A Bergamo, come in tutto il paese, non tira una buona aria. L’economia è depressa e lo sarà per lungo tempo, con un Pil negativo che anziché produrre ricchezza la consuma. Le famiglie sono sempre più in difficoltà, i conti pubblici sono in affanno da far paura, i mezzi a disposizione dell’amministrazione scarseggiano. In questo panorama, il primo invito che vi rivolgo è quello di evitare di far prevalere lo spirito di parte rispetto al bene della città. Ognuno svolga il suo ruolo, ma si evitino posizioni ideologiche o di rappresaglia , si evitino corse a primati che appagherebbero più la vanagloria degli attori politici di turno che i bisogni della città. In tempi difficili e scarsi di risorse, più che grandi opere pubbliche, servono soprattutto servizi e sostegni a tutte le rappresentanze dei cittadini e serve una grande attenzione sui costi. Un secondo invito riguarda lo stile dei comportamenti in consiglio comunale. Usate un linguaggio accessibile ai cittadini, una condotta che sia espressione di dialogo e non di scontro, pretendete quella partecipazione e quell’attenzione ai lavori che a volte sono mancate sui banchi della maggioranza e dell’opposizione. L’aula consiliare è il luogo in cui l’intera cittadinanza si deve identificare. Rendiamo le sedute di consiglio il momento più alto del dibattito e del confronto politico, abroghiamo la retorica fine a se stessa, i lunghi noiosi interventi che non creano alcun valore aggiunto e incrinano il dialogo con la città . Un terzo invito riguarda i temi e le materie da affrontare e amministrare. Non voglio intervenire nel merito dei programmi presentati, ogni parte politica ha il diritto di proporre i propri e di criticare quelli degli altri. Però mi piace ricordare alcune materie delle quali non ho visto traccia nei documenti programmatici, se non superficiali accenni di routine. Troppo poco si è parlato ad esempio dei necessari miglioramenti alla macchina comunale: le riorganizzazioni nel passato si sono fermate ad un rimescolamento delle direzioni, degli uffici e delle risorse umane, senza creare alcun valore aggiunto. Mai si è affrontato un progetto che cambiasse il modello organizzativo e snellisse le procedure, puntando a migliorare la qualità e il costo del servizio finale. I tempi e le difficoltà di cui ho fatto cenno lo impongono, è finita l’epoca in cui si pensava di risolvere ogni cosa allargando gli organici. Vi invito a pensare insieme un nuovo modo di lavorare e far lavorare le donne e gli uomini della struttura comunale , innovando con gradualità e a livello sperimentale, motivando concretamente i pur bravi dirigenti che abbiamo, rendendo loro stessi protagonisti del cambiamento. Nel caso accettaste questo invito, vi suggerirei di avviare subito il cantiere, perché solo ad inizio legislatura è possibile tracciare un programma di medio-lungo respiro come è giusto che sia questo. Un altro punto riguarda il mondo delle società partecipate, spesso relegato a mondo di serie B e ritenuto periferico rispetto alle attività e al bilancio comunale. Franco sa bene per la professione che fa quanto sia delicato il comparto delle partecipate, dove esistono regole precise che richiedono il massimo rispetto e la massima severità, dove possono emergere rischi economico-finanziari che comunque si riversano nel bilancio comunale, dove il comune sovente fatica a svolgere pienamente la sua funzione di azionista, dove dietro l’angolo c’è sempre la tentazione di favorire profili di amministratori più amici che competenti. Roberto ha curato molto questo settore, lavorando ad un progetto che non ha avuto la possibilità di essere varato nei cinque anni di mandato. Chiedo a entrambi di affrontare insieme anche la revisione di questo delicato comparto, unendo le rispettive competenze e valorizzando gli sforzi già sostenuti. Permettetemi ora un accenno alla parte corrente del bilancio, dove la tendenza alla crescita delle spese per servizi pare inarrestabile. Senza entrare nella sostanza della questione, credo che sia giunto il momento di cambiare il sistema di approntamento dei PEG, cioè dei budget di spesa in capo alle Direzioni dei servizi. Il suggerimento è quello di porre termine al tradizionale sistema di preparare i budget partendo dallo storico, con l’aggiunta ogni anno di nuove voci di costo. E’ un sistema che crea inefficienza, pigrizia gestionale, costi aggiuntivi per servizi che spesso non sono neppure percepiti dalla cittadinanza. Come già avviato in molte amministrazioni pubbliche all’estero e già sperimentato anche in Italia, perché non introdurre il budget a base zero, cioè perché non cominciare a ripartire da zero con la costruzione delle previsioni di spesa, ripensando e riformulando singolarmente i servizi e i loro costi? L’esperienza insegna che il risultato sarebbe sorprendente: meno costi, più servizi, maggiore grado di soddisfazione dei cittadini. Il tema finale che mi preme ricordarvi riguarda la lotta all’evasione fiscale. Con Roberto la nostra città ha firmato, prima a livello nazionale, una convenzione con l’Agenzia delle Entrate per combattere insieme il fenomeno dell’evasione, ahimè molto diffuso anche a Bergamo. So che Franco ha molta sensibilità sull’argomento e, anche se non ne ha fatto cenno nei suoi indirizzi di governo, auspico che si muoverà con decisione sulla strada tracciata, trovando in Roberto un buon alleato, tanto più che, senza particolari sforzi organizzativi, la nostra azione amministrativa potrebbe far entrare nelle casse comunali oltre 500 mila euro già nel 2009. Mi fermo qui, sperando di aver dato qualche contributo utile ai lavori che andate ad affrontare. L’auspicio più importante è che possiate mettere in campo le vostre migliori qualità per dimostrare come si governa una città, nel profondo rispetto dei rispettivi ruoli e nella consapevolezza che il bene comune è sempre superiore alle convenienze di parte. Grazie per l’attenzione e un augurio profondo di buon lavoro. Con amicizia» Dario Guerini

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