Il delitto di Vertova, Pezzoli
uccisa con trenta coltellate

Seconda udienza, venerdì 9 ottobre, e primo testimone al processo per il delitto di Vertova che vede come imputato il senegalese Alì Ndiogou, 40 anni, accusato di aver ucciso a coltellate il 24 luglio 2008 Maria Grazia Pezzoli, imprenditrice di 45 anni. Ndiogou, ex dipendente del marito della vittima, avrebbe ucciso la donna nell'ufficio sul retro dell'abitazione dopo essersi visto rifiutare i 48 mila euro che reclamava dopo un licenziamento ritenuto ingiusto. A incastrarlo sarebbero le prove del Dna.

Nella vecchia aula della corte d'assise in piazza Dante, presidente Aurelia Rita Del Gaudio, come primo testimone è stato sentito il capitano Giovanni Mura, comandante del Nucleo operativo della Compagnia di Bergamo, che ha raccontato di come le indagini abbiano condotto a Ndiogou.

Un vicino e tre testimoni avevano visto uscire dalla casa della vittima, verso le 13,25 del 24 luglio 2008, giorno dell'omicidio, un uomo di colore. La vittima e il marito Giuseppe Bernini erano conosciuti per essere in campo lavorativo abbastanza rigidi e intransigenti, facili al licenziamento, così le indagini sono state concentrate nel campo degli screzi lavorativi. Sono stati individuati 15 uomini di colore, tutti ex dipendenti della vittima, che avrebbero potuto avere motivi di rivalsa e la prova del tampone salivare ha inchiodato Ndiogou.

Mura ha inoltre raccontato che sono state trovate tracce di sangue non soltanto in ufficio, dove è stata uccisa la donna, ma anche al primo piano. L'omicida deve dunque essere salito nella camera, forse per cercare qualcosa, ma non sono stati toccati i gioielli e nemmeno 2.500 euro in contanti.

Nel pomeriggio la deposizione del medico Antonio Osculati che eseguì l'autopsia sul corpo della Pezzoli. Secondo il medico, la donna venne uccisa con trenta coltellate sferrate all'altezza del torace e del collo, di per sè nessuna letale. La donna tentò anche di difendersi come dimostrano i segni riportati in alcune parti del corpo e delle mani in particolare. La lama del coltello aveva una lunghezza compresa fra gli 8 e i 10 centimetri. La parola è quindi passata ai Ris di Parma.

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