«Ciao Gegie 90», tutta Scanzo
si è stretta nell'addio a Jessica

Un grande mazzo di gigli bianchi su una bara bianca. Gli occhi della gente sono tutti puntati lì al centro della navata della chiesa di Scanzorosciate, dove il feretro di Jessica Santini appare come un'immagine surreale. «Mi pare un incubo - sussurra una ragazza dal volto pallidissimo -, è impossibile che Jessica sia lì». Gegie90 - questo il nickname della 19enne su Internet - purtroppo è proprio lì in quella bara bagnata di lacrime  .

Se l'è portata via un aneurisma. Mercoledì pomeriggio, mentre si trovava a casa, si è sentita male: «Ho mal di testa». L'indomani è morta. A stringersi attorno alla famiglia, nella chiesa di Scanzorosciate sono giunti tantissimi amici di Jessica: le sue compagne del liceo «Falcone» di Bergamo, i colleghi di lavoro del bar di Scanzo che condividevano con lei i weekend dietro al bancone. E accanto al feretro tanti labari dell'Aido. La mamma di Jessica, Monica, aveva chiesto ai medici di poter donare gli organi, concedendo a sua figlia di fare questo ultimo regalo a un mondo che tanto amava. I medici, fatti gli accertamenti necessari, hanno eseguito l’operazione.

Straziati dal dolore i fratellini Leonardo e Gabriele, di 7 anni, Stefano, di 15, il papà Fabio e la mamma. A dare loro un po' di forza, le parole del Vangelo e del sacerdote che ha presieduto il rito funebre in una chiesa grenita all'inverosimile.

Jessica la ricordano un po' tutti. Viveva con la famiglia in via Collina Alta, alla Tribulina. A Scanzo, dove lavorava in un bar del centro e dove la famiglia ha a lungo gestito un negozio di frutta e verdura proprio nei pressi dell’oratorio e della farmacia, la conoscevano per la sua solarità.

Studentessa, appassionata di Internet, sulla sua pagina web aveva scritto tutta la sua voglia di vivere, le sue emozioni per essere innamorata, i suoi sentimenti e i suoi affetti. Jessica, era una ragazza senza segreti, un libro aperto, ma l'ultima pagina è stata la più triste.

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