Aci, bilanci ancora in rosso
Il Governo azzera i vertici

Terremoto all’Aci di Bergamo: il governo ha azzerato i vertici di via Mai. Lunedì arriverà il commissario straordinario Aurelio Filippi Filippi, commercialista e attuale presidente dell’Aci di Lecce, con un mandato ben preciso: «Riequilibrare lo stato economico-patrimoniale dell’ente»

Terremoto all’Aci di Bergamo: il governo ha azzerato i vertici di via Mai. Lunedì arriverà il commissario straordinario Aurelio Filippi Filippi, commercialista e attuale presidente dell’Aci di Lecce, con un mandato ben preciso: «Riequilibrare lo stato economico-patrimoniale dell’ente» e, in seguito, «ricostituire gli organi di ordinaria amministrazione del sodalizio», ovvero indire nuove elezioni entro un anno.

Il drastico provvedimento è scattato sulla base dell’articolo 65 dello statuto Aci, che ha recepito le linee emanate a suo tempo da Monti per il risanamento degli enti pubblici (articolo 15 comma 1-bis del decreto 138/2011, convertito dalla Legge 148/2011): su proposta degli organi dell’Aci, il ministero vigilante competente (quello del Turismo) può sciogliere il consiglio direttivo dell’Automobil club locale se sussistono «gravi motivi». In questo caso, l’intervento è stato determinato dai conti in rosso nei bilanci 2011 e 2012. Oggi via Mai presenta infatti un deficit che sfiora i due milioni di euro, per l’esattezza 1 milione e 924 mila.

Il decreto firmato il 7 maggio scorso dal capo di gabinetto del ministero, Gianpaolo D’Andrea, ha così posto fine, dopo nemmeno sei mesi, al mandato di Ivan Rodeschini, subentrato all’avvocato Mario Caffi, storico presidente dell’associazione, morto nel 2013. Con Rodeschini, che era entrato a far parte del consiglio direttivo già nel 1991 ed era stato nominato vicepresidente nel 2007, sono decaduti anche i consiglieri Mario Ratti, Mario Mazzoleni e Roberto Margiotta. Tra dodici mesi, quando scadrà l’incarico del commissario straordinario (salvo eventuale proroga di sei mesi), i vertici andranno interamente rinnovati.

Nel frattempo toccherà a Filippi Filippi tentare di rimettere la barca in linea di galleggiamento. Un’impresa che si annuncia ardua e complessa, considerata l’entità del dissesto provocato da una gestione le cui modalità meritano di essere approfondite. Facile prevedere una serie di tagli drastici: il rischio è che si ripercuotano sui servizi erogati.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 24 maggio 2014

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